Un’aspettativa dal lavoro per malattia o permessi per allattamento sono alcuni dei motivi che comportano un’interruzione o sospensione dell’attività lavorativa. Ma cosa succede in tali casi ai contributi necessari per perfezionare il diritto di andare in pensione? Si configura in tali casi la possibilità di versare i cosiddetti versamenti volontari. Ma cosa sono e quando si possono versare?
Contributi INPS volontari: cosa sono e chi può versarli
I versamenti volontari sono uno speciale tipo di contribuzione, sostitutiva di quella obbligatoria, che gli assicurati all’INPS possono chiedere di poter pagare, per raggiungere il minimo necessario per il diritto alla pensione o per aumentarne l’importo. L’autorizzazione al proseguimento dei versamenti può essere data dall’INPS ai:
- lavoratori dipendenti
- autonomi
- titolari dell’assegno di invalidità e coloro che sono iscritti ai regimi assicurativi esteri (Paesi dell’Unione Europea e Paesi convenzionati).
- soggetto svolge attività come lavoratore dipendente, iscritto all’INPS o ad altre forme di previdenza obbligatoria (Inpdap, Enpals e altri) o titolare di pensione diretta (vecchiaia, anzianità, inabilità) a carico del Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti o delle altre forme di previdenza
- soggetto che svolge attività come lavoratore autonomo (artigiano, commerciante, coltivatore diretto, colono, mezzadro) iscritto all’INPS o libero professionista iscritto all’apposita Cassa di previdenza (ingegneri, avvocati, medici, ragionieri ecc.) oppure titolare di pensione diretta (vecchiaia, anzianità, inabilità) a carico delle predette gestioni o Casse di previdenza.
Nelle attività di lavoro autonomo rientrano anche quelle figure professionali che comportano l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata (ex collaboratori coordinati e continuativi, lavoratori a progetto, venditori porta a porta, liberi professionisti senza Cassa di categoria, etc). Condizione indispensabile è che interrompano o sospendano l’attività.
Come fare domanda, quanto e come versare
Occorre fare domanda di autorizzazione ai versamenti volontari, da presentare alla propria sede Inps sull’apposito modulo 010/M/02 allegando la documentazione indicata sul modulo stesso. Inoltre, è necessario aggiungere la dichiarazione dei periodi assicurativi rilasciata dal datore di lavoro per l’anno di presentazione della domanda (su mod. 01/M-Sost.) e la copia del modello CUD relativo all’anno precedente. La domanda può essere inviata anche tramite Internet all’ufficio INPS di residenza, che provvederà a richiedere la documentazione aggiuntiva.
L’ importo dei contributi volontari da versare viene determinato dall’INPS in base alla retribuzione imponibile percepita nell’anno precedente la data della domanda. I contributi volontari si pagano entro il trimestre successivo a quello cui i contributi si riferiscono. Il pagamento è trimestrale e si effettua utilizzando direttamente i bollettini di conto corrente postale prestampati, che l’Inps invia al domicilio di coloro che sono stati autorizzati alla prosecuzione volontaria. Ogni anno vengono inviati quattro bollettini prestampati. Se non si ricevono, devono essere richiesti agli uffici INPS di residenza entro la scadenza del versamento.
Cosa succede se si paga in ritardo? I contributi pagati in ritardo non possono essere accreditati al periodo per il quale sono stati versati, ma è previsto il rimborso o si può chiedere agli uffici dell’INPS che l’importo venga utilizzato per coprire il trimestre successivo.
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