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Professionista muore a meno di 24 ore da un intervento di routine nel 2021. Poi le indagini e la richiesta di archiviazione. Ma la famiglia di Alberto Panaccione, ex dentista molto noto nel Basso Lazio – per la sua professionalità ma anche per la sua cifra umana – non si è arresa.
Sembrava destinata a finire negli archivi del palazzo di giustizia di piazza Labriola l’indagine relativa al decesso del settantaduenne venuto a mancare troppo presto, ma il gip del tribunale di Cassino ha accolto l’opposizione all’archiviazione presentata dagli avvocati Paolo Marandola e Sandro Salera, incaricati dalle figlie dello stimato e conosciuto professionista cassinate. Il caso è, dunque, da riaprire. Disposti nuovi accertamenti.

La vicenda
La vicenda risale al 25 febbraio del 2021, quando il dottore Alberto Panaccione moriva al Santa Scolastica a poche ore dall’esecuzione di una operazione definita di routine all’apparato urologico, uno degli interventi solitamente considerati “a basso rischio”.
A seguito dell’esposto dei familiari, la Procura di Cassino apriva un procedimento penale a carico di diversi camici bianchi – 17 in tutto: un medico, un anestesista e 15 infermieri – conferendo a un medico legale e a un urologo l’incarico di chiarire le cause del decesso.

Questi ultimi, che avrebbero mosso, come spiegato dalle difese, diverse censure all’operato dei sanitari che ebbero in cura Panaccione, ritennero «che non fosse chiara la causa del decesso poiché nel determinismo dell’evento poteva attribuirsi un rilievo anche ad una presunta coronopatia pregressa del paziente». Sulla base di queste considerazioni, la Procura aveva quindi presentato una richiesta di archiviazione alla quale si sono immediatamente opposte le figlie di Panaccione. Nell’opposizione si poneva evidenza su una serie di condotte ritenute «omissive del personale sanitario», che resero difficoltoso «ricostruire l’esatta dinamica dei fatti». In evidenza anche «l’omessa valutazione di ulteriori aspetti clinici, primo tra tutti l’ingente perdita di sangue nonché l’utilizzo di un catetere, valutato come errato» spiegano le difese.

I nuovi accertamenti
Lo scorso 13 marzo il gip del Tribunale di Cassino, la dottoressa Alessandra Casinelli, ha accolto l’opposizione all’archiviazione e, aderendo alla tesi difensiva degli avvocati Paolo Marandola e Sandro Salera, ha disposto lo svolgimento di un approfondimento di indagine nei confronti di un medico urologo e di un anestesista, al fine di chiarire effettivamente come siano andati i fatti.

In particolare il gip ha ordinato di disporre una consulenza cardiologica integrativa, nonché di accertare l’esatta identificazione del personale medico che ebbe in cura il dottor Panaccione nel periodo post operatorio e fino al decesso, escutendo – quali sommari informatori – diversi medici che ebbero in cura il paziente.
Nel termine di 120 giorni la Procura dovrà, più nel dettaglio, ricostruire in maniera esatta anche altri aspetti, come le terapie praticate all’ex dentista e le modalità di annotazione delle informazioni della cartella clinica. «Si spera che finalmente possa farsi luce e chiarezza sulla vicenda, ponendo su di essa la giusta attenzione che merita» hanno sottolineato i familiari attraverso le loro difese.

 

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