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Accusato di bancarotta fraudolenta per il fallimento della Saipa, è stato condannato a quattro anni di reclusione l’imprenditore di Tolentino Paolo Vissani.

I fatti finiti all’esame del tribunale erano avvenuti a ridosso del crac della azienda di produzione di salumi, dichiarata fallita a dicembre del 2020. Secondo l’accusa, Vissani aveva impoverito l’azienda con una serie di manovre messe in atto utilizzando le diverse società da lui gestite. Aveva stipulato un contratto di affitto di azienda con la Paolo Vissani srl, rappresentata da Paolo Vissani, in presenza di un disavanzo patrimoniale di 8 milioni di euro pattuendo un canone non congruo a supportare un piano di rientro, precludendo così la possibilità di liquidare il patrimonio, cedendo poi i beni aziendali alla Immobiliare Vissani srl, prima di risolvere il contratto. Dopo l’affitto di azienda, aveva distratto i costi per luce e gas non rifatturati e riaddebitati alla Paolo Vissani, al contrario di quanto previsto dal contratto. Ancora, la Saipa aveva un credito di tre milioni e mezzo con l’azienda agricola Penta, amministrata sempre da Vissani; ma la Saipa non aveva mai richiesto quei soldi, anzi aveva compensato il credito con il valore nominale dei debiti della Saipa, acquistati dalla Penta ma a prezzi inferiori. Vissani cioè, a nome della Penta aveva acquistato a un prezzo inferiore i crediti che le ditte fornitrici avevano con la Saipa, e poi li aveva usati al loro valore integrale per compensare i conti tra Penta e Saipa, che però così alla fine non aveva incassato quanto le spettava. Inoltre, non avendo rinnovato due marchi identificativi della Saipa registrati nel 2018, li aveva persi, e anche questo era stato un impoverimento per l’azienda di salumi. Così si era aggravato il dissesto della Saipa, che poi era andata fallita. In tribunale, alla fine del processo il pm Claudio Rastrelli ha chiesto la condanna a 4 anni di reclusione per l’imprenditore. Alla richiesta si è associato l’avvocato Paolo Angelici, parte civile per la curatela fallimentare. Gli avvocati difensori Gabriele Cofanelli e Samuele Farroni hanno invece argomentato sulla correttezza delle operazioni messe in campo da Vissani. Ma alla fine il collegio ha condiviso la ricostruzione dell’accusa e inflitto la pena di 4 anni. L’imprenditore ora potrà fare appello contro la sentenza.

 

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