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Nessuno sconto. La Procura generale chiede la conferma della condanna per l’ex presidente Pd della Provincia di Salerno Angelo Villani e gli altri 9 imputati coinvolti nella bancarotta fraudolenta del gruppo Alvi, il colosso alimentare della famiglia dichiarato fallito il 16 dicembre 2009.

Ieri, davanti ai giudici della Corte d’Appello di Salerno (in aula era presente anche l’ex presidente della Provincia), c’è stata la requisitoria del Pg che ha chiesto dodici anni e sei mesi di reclusione per Angelo Villani, dodici anni per Antonia Villani, otto anni e sei mesi per Elisa Villani, sei anni e sei mesi per Giuseppe ed Anna Villani, cinque anni e nove mesi per Giovannina Villani, cinque anni per Sergio Gaudino, tre anni e due mesi per Luigi Stile, sei anni e sei mesi per Bartolomeo Pagano, sei anni e sei mesi per Vittorio Aliberti.

L’udienza è stata poi aggiornata al prossimo settembre quando si apriranno le arringhe difensive (nel collegio gli avvocati Carlo Di Ruocco, Enzo Calabrese, Felice Lentini e Michele Tedesco). Bancarotta fraudolenta è l’ipotesi di reato a carico degli imputati accusati di aver svuotato il patrimonio del gruppo operante nel settore della distribuzione organizzata, a danno dei creditori. Un «piano criminale», fu definito dalla Procura, unico, ma realizzato volta per volta attraverso le diverse società che orbitavano nel gruppo.

Ecco perché i fascicoli aperti dal sostituto procuratore e confluiti in sede di udienza preliminare in un unico procedimento, furono ben 9. Al centro dell’inchiesta vi sono quindi i fallimenti delle imprese Sannio Discount srl (che gestiva i punti vendita Alvi nell’area beneventana); i Supermercati Calabresi srl (i 17 punti vendita in Calabria); la Casertana Discount srl (i punti vendita gestiti nell’area casertana); la Ag company srl (i 24 supermercati nell’area napoletana, soltanto formalmente “sganciati” dal patrimonio dell’ALVI S.p.a.); la IperAlvi, la Superalvi spa, Abellinium Marker srl, i Supermercati Apololucani srl e la capogruppo Alvi spa.

 

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