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Tempi duri per i debitori del fisco! Immaginate di aver contratto un debito con l’erario non ancora saldato, di svegliarvi una mattina ed accorgervi che, dal vostro conto corrente, la banca ha detratto proprio quella precisa somma che dovevate allo Stato: un risveglio decisamente brusco.
Facciamo chiarezza, questa procedura non sarebbe possibile per i debiti dei privati ma riguarda solo i debiti contratti con l’Agenzia delle Entrate.

Pignoramento del conto corrente automatizzato
Oltre a molte nuove regole relative alla procedura di pignoramento di beni mobili e immobili, la legge delega fiscale ha previsto il c.d. pignoramento del conto corrente automatizzato.
Tale nuova modalità di pignoramento ha lo scopo di rendere più rapide e snelle le procedure di recupero dei debiti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

È stato definito “pignoramento del conto corrente automatizzato” proprio perché può scattare anche in assenza di apposita autorizzazione del giudice nel momento in cui un cittadino, semplicemente, non salda il proprio debito con il fisco.
Quindi, non servirà la decisione del giudice per arrivare a pignorare il conto corrente. Come già precisato, si tratta di una procedura che può essere avviata solo dall’Agenzia delle Entrate e mai da creditori privati.

Ad essere esclusi da questo tipo di pignoramento: pensioni, assicurazioni sulla vita e assegni di accompagnamento per disabilità. In tali casi, per poter ottenere un pignoramento, anche l’Agenzia delle Entrate dovrà recarsi in Tribunale affinché autorizzi la procedura di pignoramento.
Invece, se il saldo del conto corrente da pignorare risultasse in negativo, l’erario potrà agire sulle entrate successive, bloccando il saldo futuro.

Novità pignoramenti su stipendi e polizze
Altra novità prevista dalla delega fiscale sono le modifiche ai limiti fissati per il pignoramento su stipendi e polizze vita.
La legge prevede specifici limiti al pignoramento di stipendi e conti correnti, i quali dipendono dall’importo dell’assegno sociale, che è soggetto a rivalutazione annuale.
Per il 2023, l’importo dell’assegno sociale è aumentato a 503,27 euro al mese per 13 mensilità.
Per legge non si può pignorare il minimo vitale che è pari al doppio dell’assegno sociale (il minimo vitale 2023 è di 1.006,54 euro). Se si è sotto tale soglia, il conto diventa impignorabile.
Infine, sarà possibile pignorare lo stipendio, nel rispetto dei limiti previsti dalla legge, sia presso il datore di lavoro sia sul conto corrente dove lo stipendio viene accreditato.

Altra importante novità riguarda le polizze assicurative. Secondo la nuova legge di delega fiscale, anche le polizze potranno essere soggette a pignoramento. Si fa riferimento alle polizze usate come investimento, le c.d. polizze speculative.
Sono impignorabili, invece, le polizze considerate come prodotti di carattere finanziario. Al pari ritroviamo le polizze vita previdenziali, che non possono essere pignorate. Ciò in quanto tali polizze nascono dall’esigenza di tutela di se stessi e dei propri familiari e vanno salvaguardate.

Come tutelarsi dai pignoramenti sul conto corrente?
Quindi come possiamo tutelarci dallo svuotamento del conto corrente per mano del Fisco? Ci sono diverse tattiche che possono essere adottate:



 

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