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Tassi di interesse elevati, difficoltà di accesso al credito, un contesto macroeconomico e geopolitico sempre più instabile contribuiscono ad aggravare la situazione di sofferenza del tessuto imprenditoriale italiano. Come osserva Mirko Tramontano, ceo di My Credit, «ci troviamo in un momento storico dove l’indebitamento delle imprese, soprattutto pmi, è diventato un problema sociale di rilevanza ormai sistemica. Risulta evidente quanto sia sostanziale, tra gli altri, anche l’impegno da parte anche del mondo finanziario che, pur nel rispetto degli interessi economici coinvolti, può essere di aiuto alla parte debole del mercato. In quest’ottica è stato recentemente presentato il progetto di cartolarizzazione sociale, primo in Italia ad essere sostenuto da un investitore istituzionale, My Credit, con apporto rilevante di capitale. Un primo passo nella riduzione della distanza tra creditore e debitore».

Le nuove procedure di liquidazione e fallimento +26% nel 2023

Il quadro delle imprese in crisi in Italia non mostra segni di particolare miglioramento rispetto agli anni passati, come fotografano gli ultimi dati dell’Osservatorio Cherry Sea che, addirittura, registrano livelli superiori del 2022, riportando agli anni della crisi da Covid. Le nuove procedure di liquidazione giudiziale e fallimento aperte nel 2023 sono aumentate del 26% rispetto all’anno precedente. «In Italia i numeri dei fallimenti rimangono drammatici e la loro gestione ancora troppo lunga», commenta Massimiliano Bosaro, fondatore e ceo di Mf Centrale Risk, «e, cosa ben più grave, ancora migliorabile l’attività proattiva delle imprese nel tentare di intercettare i primi segnali. Uno stato di difficoltà molto spesso inizia a manifestarsi con le inadempienze verso le banche, tant’è che il Dlgs. 14 contempla tali inadempienze tra i segnali di crisi. Gli strumenti per captare il prima possibile i segnali ci sono, Banca d’Italia, infatti, fornisce gratuitamente a imprese e organi di controllo l’accesso alla Centrale Rischi dalla cui lettura è possibile intercettarli e soluzioni come la nostra poi consentono di dimostrare un costante controllo volto a ‘rilevare tempestivamente lo stato di crisi».

Il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza ha apportato una rivoluzione copernicana

Una maggior consapevolezza sui propri dati CR spesso coincide con un miglioramento dei propri rapporti bancari, «come è emerso dalla ricerca fatta da noi qualche anno fa su un campione di mille imprese italiane nostre clienti, che hanno registrato una percentuale importante di miglioramento. Una buona strada a beneficio di tutto il sistema è stimolare ancor di più l’accesso e l’analisi di queste informazioni da parte di cfo e tesorieri», aggiunge Bosaro. In effetti, come sottolinea anche Raffaele Di Capua, Partner dello studio di commercialisti e revisori legali Di Capua & Partners: «è ormai acclarato che un intervento tempestivo possa contribuire a garantire il massimo risultato in termini di salvataggi aziendali. In questo senso, il Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza ha apportato una sorta di rivoluzione copernicana nell’approccio a questa materia spostando il focus sull’emersione anticipata della crisi, attraverso l’introduzione dell’obbligo degli adeguati assetti organizzativi statuito dall’art. 2086 c.c. e la Composizione negoziata della crisi che per affermarsi deve auspicabilmente consentire la falcidia anche dei debiti tributari».

Seppur la comprensione della natura dei cambiamenti indotti dal nuovo Codice della Crisi e dell’Insolvenza richiederà un po’ di tempo, un segnale positivo arriva da Andrea Beretta Zanoni, partner Endevo, professore di strategia aziendale, che evidenzia: «Dal nostro osservatorio vediamo certamente una progressiva presa di coscienza da parte delle imprese, anche di dimensioni minori, delle novità introdotte: in particolare la rilevanza attribuita come è noto alla gestione look forward nel Codice comporta un crescente fabbisogno di strumenti gestionali a cui non sempre si è fatto ricorso in passato, quali i piani strategici, il budgeting, la reportistica gestionale, il controllo di tesoreria. In prospettiva, anche supporti più sofisticati come ad esempio le Independent Business review (IBR) saranno sempre più rilevanti. È una sfida impegnativa, sia per gli imprenditori e i manager, sia per il mondo professionale». Il 2023 è stato, infatti, il primo anno completo di efficacia del nuovo Codice: uno strumento introdotto per facilitare il risanamento delle aziende in difficoltà, ma che in realtà spesso crea barriere rigide che non favoriscono questo obiettivo, come evidenzia l’avv. Marco Antonio Dal Ben, Partner dello studio legale Lead. «Ritengo che la finestra temporale di analisi non sia ancora sufficientemente ampia per avere una fotografia precisa del numero effettivo delle liquidazioni giudiziali, dobbiamo infatti tenere conto di alcuni strumenti introdotti dal CCII che hanno dilatato i tempi di emersione delle liquidazioni giudiziali, basta vedere l’utilizzo (spesso improprio) dello strumento della composizione negoziata della crisi di impresa che, in molti casi, è stato meramente utilizzato per posticipare la dichiarazione di liquidazione giudiziale».

Nel 2023 oltre 7mila nuove procedure aperte

Entrando più nel dettaglio dei dati elaborati da Cherry Sea, il 2023 si è chiuso con oltre 7mila nuove procedure aperte, prevalentemente liquidazioni giudiziali, rispetto al 2022 dove la proporzione era inversa e il numero dei fallimenti prevalente. «I dati mostrano una tendenza fisiologica», spiega Gianfranco Arpea, Partner dello studio legale Ughi & Nunziante, «il sorpasso delle liquidazioni giudiziarie rispetto alle procedure fallimentari, ormai in esaurimento, e un aumento generale delle insolvenze, amplificato dal termine delle misure di sostegno alle imprese adottate durante la pandemia e dal calo della produzione segnalato dall’Istat nel 2023. La sfida resta intercettare le crisi in fase embrionale e, in ogni caso, prima che diventino irreversibili. Il 2024 si profila come l’anno dell’affermazione della composizione negoziata come strumento primario nella risoluzione delle crisi aziendali». (riproduzione riservata)




Orario di pubblicazione: 26/01/2024 13:43
Ultimo aggiornamento: 26/01/2024 17:56

 

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