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Come realizzare CER. Via depositphotos

Quali sono le potenzialità e i benefici delle comunità energetiche rinnovabili? Il completamento del quadro normativo, con il decreto CACER e le regole operative del GSE, ora dà più chiarezza e permette di iniziare finalmente a sfruttare appieno lo strumento delle CER. Secondo Italia Solare, grazie al decreto si potrebbero aggiungere 12 GW di fotovoltaico dedicato all’autoconsumo individuale e collettivo entro il 2030, contribuendo con circa il 15% al raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo del solare fotovoltaico entro i prossimi sei anni. Le CER in Italia sono già oltre 150, ma avrebbero potuto essere molto più diffuse. Senza i quasi 2 anni di ritardo nell’adozione del decreto attuativo sulle modalità di incentivazione per l’energia condivisa, stima ancora l’associazione, oggi ne potremmo contare circa 400 in più. Lo scioglimento degli ultimi nodi normativi, però, racconta solo una parte della storia. Realizzare una CER oggi richiede anche un inquadramento ampio e corretto del progetto lungo tutta la sua filiera. Ed è qui che interviene Cogenera Italia, sister company del Gruppo Regalgrid che promuove nuovi modelli di business aperti, partecipativi e diffusi nelle vesti di consulente e partner tecnico-finanziario.

“Per realizzare appieno il potenziale delle CER serve una visione ampia che tenga conto di una molteplicità di aspetti, senza limitarsi, ad esempio, solo al tasso interno di rendimento dell’asset”, sottolinea Vincenzo Scotti, ad di Cogenera Italia. “Bisogna considerare le quote di autoconsumo individuale e collettivo, un adeguato bilanciamento della produzione e del consumo di energia all’interno della CER, il ruolo del gestore che sappia chiudere il cerchio e mettere a sistema gli aspetti tecnici, amministrativi, economici e finanziari affinché la comunità energetica generi benefici diffusi”.

Ridurre la complessità attorno agli schemi di autoconsumo

Una complessità che, finora, è stata un ostacolo certo non secondario alla realizzazione delle CER. O, ancora più spesso, una sorta di “barriera d’ingressoche ha scoraggiato le iniziative dal basso. Cogenera riduce questa complessità eliminando la necessità di soggetti intermedi sia dal lato degli asset di produzione che da quello del vettore energetico. È sia un investitore che un operatore energetico che fornisce consulenza e assistenza tecnica, finanziaria e gestionale a supporto di progetti di investimento, proponendo soluzioni alternative al classico investimento a carico del cliente per realizzare l’impianto.

Competenze a cui si possono aggiungere, se necessario, quelle delle altre sister company di Regalgrid, orientate su segmenti specifici: B-CER per ogni fase della costituzione e gestione di una comunità energetica rinnovabile, CER&GO per progettazione, installazione e manutenzione di impianti fotovoltaici residenziali e industriali destinati all’autoconsumo collettivo. “In quanto sinergici e integrati in filiera, possiamo agganciare o sganciare competenze complementari per realizzare progetti CER con partner di volta in volta diversi tra loro”, sintetizza Scotti.

Con questa “potenza di fuoco”, Cogenera va a ingaggiare una platea diversificata di soggetti. Principalmente le imprese per la parte legata a progettazione e sviluppo di asset, proponendo diverse modalità che rendono le aziende prosumer, producer o anche consumer all’interno di una CER. Mentre per la parte legata al consumo, intercetta e dialoga con aggregazioni tanto di imprese quanto di privati.

“È l’ampio respiro del gruppo ciò che ha fatto sì che la stessa Intesa Sanpaolo, il principale istituto di credito italiano, selezionasse Regalgrid come innovation partner per i progetti legati alle CER”, rimarca l’ad di Cogenera.

Nuovi modelli di business per realizzare CER con benefici diffusi

Diversità di soggetti che possono realizzare una CER e flessibilità consentita dalla normativa e dalla Tecnologia Regalgrid® alle configurazioni di autoconsumo diffuso permettono di mettere a terra progetti con modelli di business variegati. Una possibilità che consente di ritagliare sul singolo caso la fisionomia dello schema e quindi ottimizzare i benefici, tenendo anche conto delle necessità specifiche dei singoli soggetti.

Per le aziende o altri soggetti giuridici che hanno a disposizione una superficie adatta all’installazione di impianti rinnovabili in prossimità di un territorio dove il Gruppo Regalgrid sta sviluppando una CER, un’opzione percorribile è quella dell’impianto a noleggio. In questo modello, la realizzazione dell’impianto non grava sull’impresa dal punto di vista finanziario poiché è Cogenera stessa ad investire nella realizzazione dell’asset. L’impresa successivamente potrà dilazionare l’acquisto dell’asset nel tempo tramite il pagamento di un canone mensile calibrato per assicurare la sostenibilità del progetto. L’impianto viene dimensionato in modo tale da permettere il pagamento del canone con una quota del risparmio ottenuto grazie all’autoconsumo fisico e alla CER. Oltre a questo beneficio economico, l’azienda ne ricava anche il ritiro dedicato dell’energia sulla quota di energia in eccesso rispetto all’autoconsumo fisico che viene immessa in rete.

“La valutazione della sostenibilità del business plan viene condotta anche sull’ipotesi di una riduzione o dell’assenza di incentivi”, evidenzia Scotti. “Abbiamo sviluppato modelli di investimento negli asset che li rendono sostenibili, ad esempio, appoggiandosi al mercato dei crediti di carbonio, ma anche puntando su asset o dispositivi aggiuntivi come accumuli, pompe di calore, colonnine”.

Una seconda formula a fianco del noleggio operativo è quella dell’impianto “as a service” che valorizza il patrimonio immobiliare di superfici e tetti inutilizzati, seppur alcuni possano richiedere opere di riqualificazione. Cogenera acquisisce i diritti di superficie e realizza asset di produzione totalmente finalizzati all’autoconsumo collettivo, che contribuiscono a bilanciare i consumi della CER che insiste su quel territorio.

Soluzioni, queste, che si possono intrecciare in modo virtuoso con altre forme di investimenti statali nelle rinnovabili. È il caso delle iniziative promosse da BioCER, joint venture tra Cogenera Italia e FemoSan che promuove nuovi modelli di business ritagliati sulle specificità delle imprese agricole, combinando al contempo l’opportunità dei bandi Agrisolare. Contestualmente alla realizzazione di impianti per l’autoconsumo fisico, BioCER finanzia integralmente la realizzazione di impianti rinnovabili in cessione totale sulle medesime superfici del bando agrisolare per metterli in piena disponibilità della condivisione di energia in CER. Le aziende coinvolte, nel vicentino, sono circa 40, e la relativa pipeline di fotovoltaico su tetto tocca i 5,5 MW, di cui almeno 1/3, circa 1,5 MW, dovrebbero essere operativi entro fine 2024.

 

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