(Rinnovabili.it) – Un periodo di congelamento del sistema di aste per le quote di carbonio è necessario per poter rafforzare gli investimenti verdi. Questo il parere adottato dalla Commissione Ambiente dell’Europarlamento oggi a Strasburgo. Con 38 sì e 25 no, i deputati hanno votato a favore di una nuova risoluzione tesa a concentrare i piani per l’EU emissions trading system (ETS) e risollevarne le sorti. La crescente eccedenza di crediti di CO2 – a causa di un eccesso di offerta iniziale e dell’attuale rallentamento economico – ha determinato, infatti, una dura caduta dei prezzi del carbonio, ben al di sotto dei livelli stimati dall’Europa nel momento in cui il sistema di scambio di emissioni (ETS) era stato creato.
Nell’emendamento approvato, i deputati sostengono che l’Esecutivo “possa, in circostanze eccezionali” adattare il calendario delle aste, a condizione che una valutazione d’impatto mostri che i settori interessati non corrano il rischio di delocalizzazione delle imprese al di fuori dell’Unione. Inoltre, la misura “dovrebbe essere considerata come un’azione a breve termine, piuttosto che una misura strutturale, destinata a correggere gli squilibri di mercato dell’ETS, e non dovrebbe compromettere la stabilità e la prevedibilità del sistema”.
“La Commissione ambiente ha inviato un chiaro segnale a favore di un forte e sano sistema di scambio di emissioni. Un prezzo del carbonio forte aiuterà a catalizzare la transizione dell’Europa verso un’economia low carbon”, ha commentato il presidente della Commissione Ambiente Matthias Groote (S & D, DE), che portando avanti il progetto di legge in Parlamento. “La creazione dell’ETS comunitario ha costituito una pietra miliare per l’UE, ma esiste anche un processo di apprendimento. Ritardare le aste è solo una soluzione temporanea, ma rappresenta comunque un passo positivo”, ha aggiunto Groote.
La prossima settima la Commissione ambiente tornerà di nuovo in aula per votare l’avvio di un dialogo a tre con parlamento e Stati membri sull’emendamento approvato oggi. Il Parlamento Ue dovrebbe quindi votare in plenaria il prossimo aprile.
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