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L’inflazione che fa crescere il conto della spesa, le bollette di luce e gas che continuano ad aumentare, il lavoro che non si trova, le aziende che chiudono e licenziano: in un periodo di crisi economica come quello che stiamo attraversando, può capitare di non riuscire a far fronte a tutti i pagamenti. 

Una situazione difficile tanto per il debitore quanto per il creditore. E il pignoramento del conto corrente, oppure di un quinto dello stipendio o della pensione, è una procedura sempre più utilizzata dal creditore nei confronti del debitore per ottenere il pagamento della somma dovuta. Una procedura con un iter che prevede una serie di passaggi, compresa l’autorizzazione del Tribunale.

Differente, invece, il caso dei debiti nei confronti del Fisco: in questo caso l’Agenzia delle Entrate non ha bisogno del via libera di un giudice per procedere con il pignoramento di un conto corrente o con il prelievo di un quinto di stipendio o pensione.

Come funziona il pignoramento del conto corrente

LE 3 TIPOLOGIE DI PIGNORAMENTO PREVISTE IN ITALIA
1 Immobiliare: riguarda beni immobili (per esempio: case, terreni, uffici, negozi)
2 Mobiliare: concerne i beni mobili (per esempio: moto, auto, barche)
3 Presso terzi: verte su crediti o beni del debitore che sono nella disponibilità di terzi. Per esempio: il pignoramento del saldo di un conto corrente bancario

Due sono le novità introdotte nel 2022 con una sentenza della Corte di Cassazione e valide anche a gennaio 2023: 

  • il prelievo di soldi da un conto corrente è illegittimo nel caso in cui le motivazioni riportate nell’atto di notifica “risultino essere generiche”, cioè non facciano capire la ratio della decisione e non siano precisate nel dettaglio; 
  • il pignoramento del conto corrente si applica anche a start-up, professionisti, consumatori, imprenditori agricoli.

Dopo l’innalzamento nel 2022 del minimo vitale da 750 euro a 1.000 euro al mese, la normativa vigente prevede che, per il pignoramento delle pensioni e degli altri assegni di liquidazione, non si possano pignorare somme per un ammontare pari al doppio della misura massima mensile prevista dall’assegno sociale, il quale è stato quantificato dal decreto Aiuti bis in 468,28 euro per 13 mensilità. 

Per quanto riguarda invece il limite massimo di pignorabilità su stipendio o pensione già accreditati su un conto corrente, i limiti attuali prevedono che il provvedimento si applichi esclusivamente per gli importi presenti sul conto che eccedano la somma di 1.404,84 euro (ossia l’assegno sociale moltiplicato per tre).

Detto dei limiti previsti, per quanto riguarda invece la procedura del pignoramento del conto corrente intestato al debitore, c’è da rilevare che essa scatta dopo un iter giudiziario avviato dal creditore tramite l’invio di una notifica spedita al correntista debitore, la quale contiene: 

  • titolo esecutivo (notificato dal creditore);
  • atto di precetto (notificato dal creditore);
  • atto di pignoramento (notificato dall’ufficiale giudiziario).

Quando il debito è nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, il Fisco può pignorare il conto corrente del debitore senza dover richiedere l’intervento del Tribunale, accelerando la procedura, tanto che l’iter di pignoramento può scattare già dopo la mancata risposta alla prima intimazione di pagamento (o avviso di accertamento).

Il pignoramento del conto corrente finisce quando il debitore sarà riuscito a saldare il proprio debito.

Infine, c’è anche da notare che quando il conto corrente è cointestato, il pignoramento avverrà solo sul 50% del saldo. Il debitore potrà utilizzare la parte in eccesso, ma tutte le nuove somme che saranno versate su quel conto, saranno disponibili soltanto per il 50% del loro valore.

Stipendio o pensione: quali limiti per il pignoramento nel 2023

Il creditore, nel caso di insolvenza da parte del debitore, può procedere con il pignoramento dello stipendio, una misura che è prevista dall’articolo 543 del Codice di procedura civile. Ma qualora si verifichi il pignoramento del conto bancario, lo stipendio o la pensione su di esso accreditati non possono mai essere sottratti completamente.

Infatti anche per il 2023 ci sono dei limiti stabiliti dalla normativa. Ecco quali sono:

  • la misura massima è pari a 1/5 dello stipendio o della pensione versato sul conto per debiti di lavoro o di tributi provinciali o comunali e tale calcolo deve essere effettuato sull’importo netto e non su quello lordo;
  • per i crediti alimentari, di solito si tratta di un terzo dello stipendio o della pensione;
  • per il pignoramento in concorso di differenti cause, è possibile agire fino alla metà della base pignorabile dello stipendio;
  • non possono essere pignorati crediti aventi per oggetto sussidi di grazia o di sostentamento a persone comprese nell’elenco dei poveri, oppure sussidi dovuti per maternità, malattie o funerali da casse di assicurazione, da enti di assistenza o da istituti di beneficenza.

Sia per lo stipendio che per la pensione va salvaguardato il “minimo vitale” fissato per legge in 1.000 euro al mese.

Quando invece il creditore è l’Agenzia delle Entrate, il pignoramento dello stipendio è sottoposto a limiti diversi e pari a:

  • 1/5 dello stipendio se l’importo è superiore ai 5.000 euro;
  • 1/7 dello stipendio se l’importo non supera i 5.000 euro;
  • 1/10 dello stipendio se l’importo non supera i 2.500 euro.

Conto corrente: le alternative di Gennaio 2023

CONTO CORRENTE ONLINE: FACILE E VELOCE DA APRIRE
1 Apertura veloce: il tempo necessario per aprire un conto corrente in media non supera i 10 minuti
2 Documenti richiesti: carta d’identità, o patente di guida, oppure passaporto, o in alcuni casi lo SPID
3 Requisiti tecnici: webcam o fotocamera, cellulare con numero italiano, indirizzo e-mail
4 Zero spese: canoni gratuiti (quasi tutti il primo anno o con età inferiore a 30 anni) per la tenuta del conto stesso. Zero commissioni sulle principali operazioni
5 Sicurezza: è garantita tramite una password da inserire, codice d’accesso che arriva sul cellulare registrato. In alcuni casi, possibilità di riconoscimento biometrico: voce, impronta digitale e volto

Al di là della complessa e difficile situazione di un pignoramento, anche con il nuovo anno continua la corsa dei risparmiatori per la ricerca di un conte corrente che faccia abbassare le spese di tenuta del conto stesso.

È ormai risaputo che i conti correnti online siano quelli che permettono di tagliare le spese bancarie. I canoni annui per un conto 100% digitale sono molto più bassi a confronto con quelli di un conto tradizionale aperto nella filiale di un istituto di credito.

I conti correnti online sono più convenienti e vantaggiosi in quanto spesso sono a zero spese per sempre o quanto meno per i primi 12 mesi, oppure hanno canoni annuali molto bassi. Inoltre, spesso non applicano commissioni per le principali operazioni (per esempio, il bonifico online in area SEPA), oppure non prevede canoni per la carta di debito.

Per avere una panoramica delle migliori offerte attualmente disponibili sul mercato bancario, c’è il comparatore per conti correnti di SOStariffe.it. Per consultarlo premi il bottone verde qui sotto:


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