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ROMA – C’è un metodo di lavoro che può essere mutuato per garantire il pieno decollo della Zes unica, il metodo Pnrr. Il suggerimento porta l’autorevole firma di Fabrizio Penna, Capo Dipartimento Unità di Missione PNRR, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica intervenuto ieri mattina al convegno sul tema «Zes unica ed opportunità di sviluppo ed opportunità di sviluppo per le imprese del Mezzogiorno» organizzato dal senatore Ignazio Zullo (FdI) in collaborazione con Confapi e moderato dal direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Mimmo Mazza.

La Zona Economica Speciale Unica è stata istituita al fine di favorire la nascita e l’implementazione di nuove iniziative imprenditoriali – riunendo tutte le Zes ideate nel 2017 – nonché creare condizioni favorevoli, attraverso la semplificazione e lo snellimento delle procedure amministrative, per le imprese già avviate. Proprio per tali motivi, è emersa la necessità di fornire una panoramica completa sullo strumento, sul portale unico digitale per le Zes e sulle opportunità concrete di sviluppo per le imprese del Mezzogiorno.

«Siamo stati i più bravi in Europa sui fondi Pnrr grazie al lavoro fatto dal ministro Raffaele Fitto» ha spiegato Penna, invitando tutti i protagonisti della Zes unica a fare squadra, usando il Pnrr come esempio virtuoso da imitare per garantire il successo all’iniziativa.

Lo scorso 11 giugno, l’agenzia delle Entrate ha approvato il modello di domanda con le istruzioni per la richiesta del credito d’imposta Zes Unica, previsto a favore delle imprese che, a partire dal 1° gennaio 2024 e fino al 15 novembre 2024, effettuano degli investimenti agevolabili nelle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna). La dotazione finanziaria ammonta a 1,8 miliardi di euro, a preoccupare le tantissime imprese interessate, i tempi molto ristretti. Infatti, l’agevolazione del credito d’imposta è commisurato all’ammontare degli investimenti realizzati dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024 nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 100 milioni di euro. Non sono agevolabili i progetti di investimento il cui costo complessivo sia di importo inferiore a 200.000 euro. Novembre è vicino, le imprese chiedono alla politica certezze sulle procedure e clemenza sui tempi.

«Il dialogo è garantito» ha spiegato la sen. Cinzia Pellegrino che ha rivendicato i risultati ottenuti dal governo Meloni nell’utilizzo dei fondi europei e negli strumenti di agevolazione delle imprese rispetto al passato. Carlo Martino, presidente di Confapi Puglia, ha elogiato il metodo del confronto puntuale sui temi dello sviluppo, riprendendo la richiesta fatta dal delegato nazionale Zes di Confapi Raffaele Marrone.

In chiusura l’intervento di Fabio Greco, presidente di Aigi, l’associazione che a Taranto riunisce le imprese dell’indotto ex Ilva. Greco ha spiegato come alle opportunità della Zes guardino molte aziende che però aspettano chiarezza sui crediti avanzati nei confronti del siderurgico, sollecitando in tal senso un ulteriore, e stavolta risolutivo, intervento governativo.

 

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