Superbonus rischio fallimenti, Patuelli, presidente di Abi, lancia l’allarme: «Imprese, condomini e famiglie si possono trovare in situazioni che li portano al default. Credo che nessuno abbia interesse a che ci siano settore dell’economia che vadano in default a seguito di questo Superbonus». Patuelli si riferisce alla norma del decreto Superbonus che, con effetto retroattivo, blocca la compensazione dei crediti fiscali con i contributi previdenziali e assicurativi a partire dal primo gennaio 2025. «Il problema che si apre oggi è il funzionamento del mercato di questi crediti fiscali – ha detto Patuelli -. La norma, peraltro, non riguarda tutte le tipologie di acquirenti ma banche, le assicurazioni e gli intermediari finanziari, che sono i più grandi acquirenti degli ultimi 4 anni di questi crediti». «Attenzione, perché se si fermano i maggiori acquirenti bisogna trovare forme diverse per animare il mercato, perché altrimenti imprese, condomini e famiglie si possono trovare nelle situazioni che li portano al default» ha ammonito il presidente di Abi.
Superbonus rischio fallimenti, Patuelli: creare un veicolo che acquisti a prezzi di mercato
Patuelli, che ha parlato durante il Rome Investment Forum di Febaf, ha anche indicato una possibile soluzione. «Quello che auspico, e naturalmente aspetto il dopo elezioni europee, è la creazione di un veicolo che non sia all’interno del consolidamento del bilancio dello Stato, ma che possa essere in grado di coinvolgere risorse pubbliche e private fuori dal bilancio dello Stato e che diventi acquirente a prezzi di mercato e che i crediti possano remunerativi per il veicolo, che non deve essere uno strumento di salvataggio. Cdp è un soggetto fuori dall’ambito del bilancio dello Stato, quindi io mi auguro che dopo le elezioni, dopo il rinnovo dei vertici di Cdp, che dovrebbe essere molto imminente, ci possa essere una riflessione che comprenda anche molti altri soggetti». Oggi il provvedimento sarà votato confermando la stretta: come precisato dal Sole 24 Ore, stop alle ipotesi residue di cessione e sconto, sterilizzazione delle Cilas dormienti, che ancora consentivano di cedere, e taglio della remissione in bonis, la sanatoria che avrebbe permesso di cedere oltre i termini ordinari; a questo è stata aggiunta una stretta ulteriore, con effetti retroattivi: oltre al divieto di compensare per le banche, anche la spalmatura su dieci anni per le detrazioni di superbonus, sismabonus e bonus barriere.
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