La rilevanza a fini probatori delle risultanze di Google Earth è stata riconosciuta sia dalla giurisprudenza amministrativa che da quella penale, trattandosi di prove documentali che rappresentano fatti, persone o cose. Ma il Decreto Salva Casa ha semplificato la prova dello stato legittimo, ritenendo sufficiente l’ultimo titolo abilitativo relativo all’immobile per il quale si vuole dimostrare la regolarità.
Google Earth può essere legittimanente utilizzato per verificare la datazione degli abusi edilizi e l’eventuale stato legittimo dell’immobile, anche se, come sappiamo, il Decreto Salva Casa ha notevolmente semplificato la situazione in tal senso, consentendo la verifica dello stato legittimo con l’ultimo titolo abilitativo che ha consentito gli interventi su un determinato immobile o la sua costruzione.
In tal senso è interessante quanto argomentato nella sentenza 4973/2024 del Consiglio di Stato, relativa al ricorso contro il respingimento dell’annullamento dell’ordinanza di demolizione da parte del Tar competente.
Google Earth per la datazione dell’immobile
Il ricorrente lamenta la contraddittorietà della sentenza impugnata che, pur riconoscendo che i rilievi estratti da “Google earth” (i c.d. raster) non hanno carattere certificato e non possono, quindi, costituire prova certa dell’abuso ha, tuttavia, assegnato ad essi un valore indiziario pregnante, tale da legittimare anche l’omissione della garanzia procedimentale.
Secondo Palazzo Spada, premesso che l’onere di fornire la prova dell’epoca di realizzazione di un abuso edilizio incombe sull’interessato (cfr., ex multis, Cons. Stato, sez. VI, 8 novembre 2023 n. 9612), la rilevanza a fini probatori delle risultanze di Google Earth è stata riconosciuta sia dalla giurisprudenza amministrativa che da quella penale, trattandosi di prove documentali che rappresentano fatti, persone o cose.
Quindi, è legittima l’ordinanza di demolizione visto che l’interessato non ha fornito prove fotografiche diverse da quelle, assolutamente ammissibili, ottenute tramite Google Earth.
Tra l’altro, spiega il Consiglio di Stato, l’appellante si limita a contestare genericamente l’attendibilità delle rilevazioni fotografiche, e questo non è sufficiente.
Decreto Salva Casa: i titoli abilitativi per dimostrare lo stato legittimo dell’immobile
Anche il procedimento per la regolarizzazione delle parziali difformità, sanabili con il Decreto Salva Casa pagando un’ammenda pecuniaria, potrà contribuire – tramite l’accertamento di conformità – a dimostrare lo stato legittimo dell’immobile.
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Stato legittimo dell’immobile: le novità del Decreto Salva Casa
Se le prove aerofotogrammetriche e catastali configurano una modalità sempre valida in materia di ‘datazione’ dell’abuso edilizio, va segnalato che il Decreto Salva Casa (69/2024) ha semplificato non di poco le regole in tal senso.
Infatti, a differenza del passato, per dimostrare lo stato legittimo ora è sufficiente la presentazione del titolo abilitativo relativo all’ultimo intervento edilizio che ha interessato l’intero immobile o l’intera unità immobiliare, sempre che tale titolo sia stato rilasciato all’esito di un provvedimento di verifica dell’esistenza del titolo abilitativo che ne ha previsto la costruzione o che l’ha legittimata.
Quindi, a differenza di prima, quando serviva anche il primo titolo abilitativo che aveva consentito la realizzazione dell’immobile, non si dovranno ricostruire tutti i titoli abilitativi edilizi rilasciati nel corso del tempo, ma basterà quello più recente.
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