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Da diversi mesi, centinaia di docenti e ATA precari con supplenze temporanee non ricevono lo stipendio per il lavoro svolto. Dopo il ritardo del periodo novembre-gennaio 2024, che aveva messo a dura prova i lavoratori della scuola, trovandosi di fronte a spese personali, mutui e gestione familiare di vario tipo, pare che il problema si sia ripresentato.

Dopo il periodo a cavallo con le festività natalizie, il Ministero aveva fatto una nota assicurando che il problema fosse risolto.

“Invece oggi mi ritrovo con il contratto concluso il 14 giugno, dal 12 settembre, e il mese di maggio che mi deve essere pagato. Il mese di giugno risulta ‘inelaborato’. Mi chiedo com’è possibile che il Ministero non riesca a pagare persone che hanno lavorato? Siamo anche in scadenza di contratto, perché noi non abbiamo più contratto, come fa lo Stato ad avere debiti con delle persone? Non parliamo di piccole cifre, io devo riscuotere tremila euro. Come devo fare?”, racconta al nostro giornale Luca Campoli, 37 anni, docente di religione cattolica, della provincia di Latina.

“Se il Ministero non è in grado di pagare non può fare questi contratti. A novembre abbiamo vissuto un Natale, che non è pari nemmeno alla Seconda Guerra Mondiale, per il disagio che hanno vissuto le persone, molti miei colleghi. Ad oggi si doveva risolvere il problema, invece leggo che si stanno sbloccando i soldi per pagare progetti, il 730 si può pagare, si possono pagare varie cose e noi non prendiamo un euro. Ci sono dei capitoli di bilancio che riescono ad essere pagati e dei capitoli come il mio, il 1230, dove non riescono a mettere dei soldi.”


La situazione del docente, con delle supplenze a Terracina, in provincia di Latina, è quella di centinaia di precari in tutta Italia, anche con più mesi di ritardo nei pagamenti, che si sono uniti in un gruppo Facebook “Noi precari senza stipendio e diritti”. Ci sono madri che devono sostenere l’Università dei figli o famiglie monoreddito con mutui e rate da pagare.

“Ho sentito il sindacato. I soldi dovrebbero arrivare ad agosto, se tutto va bene. Non è solo un problema di quest’anno, si parla di anni e anni. Oggi devo prendere 3 mila euro, un collega della Toscana deve prendere aprile, maggio e giugno. Negli altri ministeri tutto questo non succede, perché nell’Istruzione succede tutto questo? Non posso chiedere qualcosa ai miei genitori, a 37 anni, da uomo sposato. Io a scuola ci sono andato anche con la febbre, visto che non mi potevo ammalare; se mi ammalavo era un problema. L’anno prossimo non accetterò supplenze brevi, quello che ho passato quest’anno non lo voglio passare più, arrivi ad un livello di esaurimento cronico, ogni mese devi stare lì a verificare. Io passo tutti i miei giorni sul cellulare per vedere se qualcosa cambia, non posso vivere così, mi annullo per vedere se mi arrivano i soldi.”

“I soldi non fanno la felicità dell’uomo, però due mesi di vacanza vorresti trascorrerli serenamente, visto che tutto l’anno lavoriamo a scuola. Nel 2024 non è normale tutto questo, abbiamo fatto dei concorsi, anni di studio e sacrifici, siamo dei lavoratori con dei diritti calpestati. Mia moglie fortunatamente è un’insegnante di ruolo, con 1.600 euro al mese. Tolte le spese di mutuo, la macchina, mi rimangono 200 euro, non riesco neanche a pagare le bollette, oppure pago una cosa e non pago l’altra. Non abbiamo ancora figli, siamo sposati da 2-3 anni. Se avessi avuto dei figli mi sarei legato davanti al Ministero.”


Supplenti temporanei:  come avviene il pagamento

Le supplenze temporanee (quelle stipulate dai Dirigenti Scolastici per la sostituzione del personale in organico, che possono avere durata fino a max l’ultimo giorno di lezione) di solito vengono pagate dopo uno – due mesi dalla presa di servizio. Questo ritardo fisiologico, dovuto all’iter complesso per il pagamento, a volte si inceppa.

NoiPA effettua due emissioni speciali ogni mese, una entro il 18 ed un’altra a fine mese in concomitanza con l’emissione ordinaria. Dall’emissione speciale trascorre poi qualche giorno (entro 10 giorni lavorativi)  prima di ricevere l’accredito nella modalità indicata alla segreteria.

 

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