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La bancarotta fraudolenta è un reato fallimentare che mira a sottrarre il proprio patrimonio alle pretese dei creditori, facendo in modo che beni e liquidità non siano più recuperabili, aggredibili o più semplicemente individuabili. Viene distinta, sotto il profilo giuridico, dalla bancarotta semplice, reato che può essere commesso per imperizia e negligenza, anche quindi in assenza di dolo specifico.

Un soggetto coinvolto in un caso di bancarotta ha naturalmente la possibilità di farsi assistere da avvocati e consulenti di fiducia, anche al fine di gestire la convocazione del curatore fallimentare nominato dal Tribunale nella sentenza di fallimento. Curatori fallimentari, commissari e liquidatori giudiziari possono a loro volta essere assistiti e sostenuti nella gestione e nel recupero crediti all’interno delle procedure concorsuali da società specializzate nel settore e accreditate nella sezione fallimentare del Tribunale di competenza.

Approfondiamo le diverse tipologie di bancarotta e le loro conseguenze, per capire come riconoscerle e i rischi connessi.

Le diverse tipologie di bancarotta

I reati di bancarotta semplice e bancarotta fraudolenta sono disciplinati dal Regio Decreto del 16 marzo 1942, agli articoli 216 e 217. Posto che in entrambi i casi, bancarotta semplice o fraudolenta, l’esito finale è l’inesigibilità del credito, la bancarotta fraudolenta vede chi commette il reato adoperarsi attivamente a questo scopo. Si distingueranno di conseguenza varie forme di bancarotta:

● la bancarotta documentale vede l’autore del reato distruggere, falsificare o sottrarre scritture contabili o altri documenti, al fine esplicito di impedire l’accesso a informazioni utili sull’effettivo stato del patrimonio e sui movimenti compiuti dai beni di proprietà e rendere difficile, se non impossibile, avanzare pretese sugli stessi;

● il reato di bancarotta può essere messo in atto dissipando il patrimonio – vale a dire utilizzandolo in modo del tutto inappropriato, ingiustificato e al di sopra delle reali possibilità – ma anche distraendo del denaro, ossia destinando fondi ingenti a scopi che nulla hanno a che fare con le reali esigenze dell’impresa;

● in altri casi, il reato di bancarotta fraudolenta è attuato dichiarando il falso rispetto a debiti e passività, ingigantiti allo scopo di far apparire inconsistente un patrimonio che sarebbe invece al contrario sufficiente a soddisfare i creditori in attesa.

La bancarotta può essere anche fittizia: il patrimonio in questo caso viene solo occultato, fingendo che sia andato perso. Com’è facilmente intuibile, se il patrimonio è ancora disponibile e viene individuata la sua collocazione in concomitanza con l’accertamento del reato, i creditori avranno più probabilità di ottenere, almeno in un secondo tempo, quanto spettava loro di diritto.

Il reato di bancarotta può essere compiuto prima della sentenza di fallimento (bancarotta pre-fallimentare), oppure successivamente alla sentenza di fallimento (bancarotta post-fallimentare). Più nello specifico, la bancarotta post-fallimentare vede da parte dell’imprenditore la sottrazione fraudolenta al patrimonio fallimentare di una quota superiore a quanto stabilito dal giudice, generalmente corrispondente al necessario per il sostentamento.

Si parla di bancarotta preferenziale quando un soggetto sottoposto a procedura fallimentare fa in modo di privilegiare un creditore a discapito degli altri, e quindi dell’equità del concorso, che deve al contrario essere sempre garantita.

La differenza tra bancarotta propria e bancarotta impropria è invece individuata in base al soggetto che compie il reato. La bancarotta propria è messa in atto in prima persona dall’imprenditore, mentre la bancarotta impropria può vedere coinvolti, protagonisti e parte attiva, soggetti terzi, quali ad esempio amministratori e gestori della stessa società.

Bancarotta fraudolenta: conseguenze del reato

Una volta accertata, la bancarotta fraudolenta è punibile con la reclusione da 3 a 10 anni. Anche in questo caso si può notare una differenza sostanziale con la bancarotta semplice, per la quale la pena varia tra i 6 mesi e i 2 anni di reclusione. Nella forma particolare della bancarotta preferenziale, la pena prevista va da un minimo di 1 a 5 anni. È ammessa la possibilità di chiedere il patteggiamento e ottenere in questo modo uno sconto di pena, fino a un terzo.

Tra le sanzioni accessorie al reato di bancarotta fraudolenta, l’impossibilità per 10 anni di avviare ed esercitare impresa commerciale, nonché di svolgere uffici direttivi di impresa.

Il reato di bancarotta fraudolenta si prescrive in 10 anni, a decorrere dalla data riportata dalla sentenza di fallimento. Il reato di bancarotta preferenziale ha tempi di prescrizione ridotti a 6 anni.

 

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