di: Michele Vollaro | 25 Ottobre 2024
In un momento cruciale per l’alleanza economica dei Brics (l’associazione fondata nel 2009 da Brasile, Russia, India e Cina, a cui nel 2010 si è aggiunto il Sudafrica e che l’anno scorso ha visto l’adesione anche di Iran, Egitto, Emirati Arabi Uniti ed Etiopia), a margine del vertice di Kazan conclusosi ieri è stato presentato ufficialmente il nuovo sistema di pagamento Brics Pay. Sviluppato a partire dal 2018 dagli economisti russi Alxei Subbotin e Vasily Zhabykin insieme all’economista cinese Ji Luo, il sistema si presenta come una sfida importante per l’attuale predominio del dollaro e dei sistemi finanziari globali basati sullo Swift. L’obiettivo principale è facilitare i pagamenti transfrontalieri tra i membri del gruppo, riducendo la dipendenza da istituzioni dominate dall’Occidente e favorendo una maggiore sovranità economica.
Secondo un’approfondita analisi pubblicata nei giorni scorsi dal quotidiano sudafricano Independent, Brics Pay potrebbe rivelarsi una rivoluzione per l’Africa, sia per i Paesi membri come Sudafrica, Egitto ed Etiopia, ma anche per quelli che non ne fanno parte. Infatti, il sistema potrebbe offrire vantaggi significativi in termini di stabilità finanziaria e di indipendenza economica. L’Africa, spesso penalizzata dalle fluttuazioni dei tassi di cambio e dai costi delle transazioni internazionali, potrebbe trovare in Brics Pay una piattaforma alternativa per ridurre i costi e semplificare i flussi commerciali con i Paesi Brics.
Basato su un approccio decentralizzato che consente al sistema finanziario di funzionare senza utilizzare direttamente alcuna valuta nazionale per il commercio e le riserve internazionali, Brics Pay si appoggia sulla tecnologia blockchain ma non è una criptovaluta, poiché il valore intrinseco di ogni token è collegato a un paniere di asset sottostanti, che include il 40% di oro e il 60% delle valute degli Stati membri.
Secondo le informazioni rese note, per realizzare il progetto una coalizione di aziende tecnologiche, finanziarie, legali e di consulenza si è unita per fondare il Brics Pay Consortium, la cui lista non è tuttavia nota. In questo senso è però interessante notare come tra i diversi istituti finanziari che hanno già integrato Brics Pay nelle loro piattaforme di pagamento digitali, dallo scorso dicembre, figuri anche la banca britannica Standard Chartered che consente in questo modo a suoi clienti di effettuare pagamenti transnazionali.
Per i membri africani dell’associazione, l’adozione di Brics Pay potrebbe rafforzare i legami economici all’interno del gruppo e fornire una rete di pagamenti che eviti sanzioni o pressioni esterne. Al di là dei membri ufficiali, altri Paesi africani potrebbero trarre vantaggio da accordi bilaterali con i Brics, che permetterebbero loro di aggirare gli ostacoli finanziari tradizionali e ottenere accesso a mercati emergenti e tecnologie.
In un’editoriale pubblicato sul quotidiano Daily News Egypt, l’economista dell’Università Americana del Cairo Marwa el-Shinawy sottolinea come il banco di Brics Pay sia “senza dubbio un passo efficace che accelera significativamente il processo di de-dollarizzazione”.
“Questo meccanismo è pronto a interrompere il monopolio del sistema occidentale Swift sulle transazioni finanziarie globali – aggiunge ancora el-Shinawy -. Rappresenta uno sviluppo positivo per i Paesi che mirano a salvaguardare la propria sovranità e libertà commerciali e finanziarie. Inoltre, questo meccanismo decentralizzato, che incorporerà più valute, consentirà di aggirare le sanzioni e gli ostacoli occidentali”.
Tuttavia, ci sono sfide significative. La frammentazione delle valute locali, l’instabilità economica e le infrastrutture finanziarie deboli in alcune regioni potrebbero complicare l’integrazione con Brics Pay. Inoltre, l’adozione di questo sistema potrebbe incontrare resistenze politiche da parte di Paesi occidentali, preoccupati per la riduzione dell’influenza del dollaro e delle loro istituzioni finanziarie.
Se il nuovo sistema di pagamento riuscirà a superare questi ostacoli, l’Africa potrebbe vedere un nuovo capitolo di cooperazione economica con i Paesi Brics, capace di ridurre le asimmetrie commerciali e aumentare la capacità di investimento in infrastrutture e sviluppo tecnologico. In definitiva, Brics Pay potrebbe diventare un’opzione interessante per quei Paesi africani che desiderano maggiore autonomia economica e diversificazione delle loro partnership commerciali.
In ogni caso, conclude el-Shinawy sul Daily News Egypt, “ci troviamo di fronte a una realtà innegabile: il mondo sta effettivamente iniziando a cambiare e potrebbero presto rendersi disponibili opzioni alternative”.
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