Sassari,
25 ottobre 2024 – Il crescente utilizzo di tecniche mininvasive, come la
laparoscopia e la chirurgia robotica, ha rivoluzionato il trattamento del
prolasso genitale e dell’incontinenza, portando a risultati sempre più
soddisfacenti per le pazienti. Grazie a questi approcci, è possibile ridurre i
tempi di recupero e ottenere esiti migliori, offrendo soluzioni efficaci anche
in casi complessi.
È
quanto emerso nei giorni scorsi al convegno “Advances in Urogynecology” che si
è svolto con grande successo di pubblico all’Hotel Catalunya di Alghero. Sassari
si conferma punto di riferimento grazie alla presenza, nella Clinica di
Ostetricia e Ginecologia di un ambulatorio di Uroginecologia che fornisce un
percorso completo di diagnosi e cura.
L’evento
algherese ha messo al centro l’importanza della diagnosi e del trattamento
delle patologie legate al pavimento pelvico femminile, in particolare
l’incontinenza urinaria e il prolasso genitale, due problemi molto comuni ma
spesso taciuti.
Il
convegno, patrocinato dall’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, dall’Università
degli Studi di Sassari e dall’Ordine dei Medici e Chirurghi della città quindi
organizzato dall’Associazione Italiana di Urologia Ginecologica e del Pavimento
Pelvico Femminile (Aiug), è stato aperto dall’intervento del direttore generale
dell’Aou di Sassari Antonio Lorenzo Spano.
“L’incontinenza
urinaria femminile – ha detto il prof. Giampiero Capobianco, direttore della
Ginecologia e Ostetricia dell’Aou di Sassari e presidente nazionale di Aiug – è
un problema altamente prevalente nella popolazione e spesso si pensa che non ci
siano terapie, ma in realtà esistono. Se la diagnosi è tempestiva, si possono
adottare terapie riabilitative o, in alcuni casi, chirurgiche, che migliorano
la qualità di vita delle pazienti”.
L’incontinenza
urinaria, definita “la malattia silenziosa”, colpisce circa 5 milioni di
italiani, di cui ben 3 milioni sono donne. Questa patologia, che può insorgere
a qualsiasi età ma è più frequente dopo i 36 anni, ha un impatto psicologico e
fisico significativo, impedendo di svolgere le normali attività quotidiane.
Nonostante la sua diffusione, molte donne non si rivolgono al medico per
affrontarla, pensando erroneamente che non esistano soluzioni.
Uno
degli obiettivi principali del convegno è stato proprio quello di promuovere un
approccio multidisciplinare alla cura dell’incontinenza e delle patologie
pelviche. In questo contesto, il ruolo delle ostetriche, dei chirurghi, degli
urologi e dei ginecologi è fondamentale per garantire un’assistenza integrata e
personalizzata. Tra i temi trattati, grande attenzione è stata dedicata alla
rieducazione del pavimento pelvico, una terapia non invasiva che, quando
applicata in modo tempestivo, può ridurre significativamente i sintomi
dell’incontinenza.
Sassari
si conferma un punto di riferimento per la cura delle disfunzioni del pavimento
pelvico femminile, grazie alla presenza nella clinica diretta dal prof.
Capobianco di un ambulatorio dedicato. “Il nostro ambulatorio di Uroginecologia
– ha detto – è attivo dal lunedì al venerdì, e fornisce un percorso completo di
diagnosi e cura, dalla rieducazione pelvica fino agli interventi chirurgici più
avanzati. Qui le pazienti vengono seguite collegialmente da un team di esperti,
tra cui la dott.ssa Antonella Pischedda che lo gestisce, specializzata nelle
problematiche uroginecologiche. Le terapie per l’incontinenza e il prolasso
esistono e sono sempre più efficaci, a patto che le pazienti si affidino
tempestivamente agli specialisti”.
Le
due giornate del convegno hanno offerto un’occasione di confronto tra
specialisti del settore, provenienti da tutta la Sardegna e dalla penisola, che
hanno discusso le più recenti tecniche terapeutiche e le novità in ambito
chirurgico.
Durante
il convegno, si è anche discusso dell’importanza di una diagnosi accurata, che
spesso prevede esami specifici come l’esame urodinamico invasivo, fondamentale
per individuare con precisione le cause dell’incontinenza. Una diagnosi
tempestiva e corretta permette di orientare le pazienti verso il percorso
terapeutico più adeguato, che può includere terapie riabilitative,
farmacologiche o chirurgiche, a seconda della gravità del caso.
L’appuntamento
si è concluso con la partecipazione attiva di ostetriche e specializzandi in
Ginecologia e Ostetricia delle Università di Sassari e Cagliari, che hanno
contribuito con nuove prospettive e competenze alla discussione.
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