Gli edifici con le ruote
“Il Comune di Rimini ha trovato la nuova “casa” per circa 400 dei suoi dipendenti. Si è infatti concluso il percorso avviato con una delibera di agosto sulla necessità di reperire un immobile o un’area per realizzare nuovi uffici comunali”. Lo ha dichiarato qualche giorno fa l’assessore del comune di Rimini Francesco Bragagni.
L’area interessata è quella recentemente acquistata all’asta dal Comune in via Dario Campana conosciuta come ex impianti industriali di Amir o ex Forlani. Come abbiamo già detto, il Comune ha fatto un’ottima operazione ad acquistare quell’area per 1,5 milioni di euro. E’ adiacente al parco Marecchia, può essere utilizzata in parte per parcheggi e per operazioni di rigenerazione urbana.
Lascia alquanto stupiti, tuttavia, la facilità del Comune di Rimini di cambiare le previsioni di insediamenti importanti da una zona all’altra della città. In questo caso stiamo parlando della sede degli ufficiali comunali attualmente ospitati in affitto in via Rosaspina. Si tratta dell’ufficio tecnico che necessita di circa 12mila mq per 400 dipendenti. Sulla necessità di trovare una alternativa alla situazione attuale di via Rosaspina vi è un accordo generalizzato. Il problema è dove realizzarli.
L’idea iniziale era quella dell’area della stazione. Lo stesso Piano Strategico approvato nel 2010 prevede di localizzarvi “funzioni d’eccellenza di carattere urbano e territoriale (quali i contenitori culturali, sociali, legati al sistema dei servizi, al marketing territoriale, ecc.)”.
Era stato illustrato a ottobre 2022 in giunta il documento di indirizzo alla progettazione della nuova sede degli uffici comunali propedeutico alla realizzazione di un nuovo hub sede degli uffici comunali e di un parcheggio multipiano a disposizione della comunità da oltre mille posti proprio nell’area della stazione.
Purtroppo, ad oggi non è stato concluso l’accordo con le Ferrovie proprietaria dell’area nonostante i tentativi degli ultimi anni. Ricordo che sempre per il Piano Strategico l’area della Stazione “viene ad assumere l’importanza di luogo strategico perché permette di operare una ricucitura spaziale fra le due aree più pregiate della città e una saldatura concettuale e funzionale fra due immagini di Rimini, la Rimini del turismo e la Rimini storica”.
Ma la storia dei nuovi uffici comunali non si è fermata alla stazione. Qualche hanno fa, uno studio commissionato dalla Giunta comunale dell’allora sindaco Gnassi, aveva individuato la nuova sede degli uffici nell’area dell’ex questura in via Ugo Bassi. Poi sappiamo come si è conclusa quella vicenda urbanistica: con un accordo di programma che prevede una piattaforma logistica (5mila mq) ed appartamenti privati (8.200 mq) e 36 appartamenti di edilizia sociale
Ora gli ipotetici uffici comunali nuovi hanno camminato fino nella zona di via Dario Campana. Penso che per interventi di questa importanza occorra una visione d’insieme delle esigenze della città e degli spazi a disposizione. Studi di settore, impatto del traffico con una forte selezione delle aree e dei progetti ritenuti in grado di incidere sugli assetti territoriali di lunga durata.
Altrimenti è la negazione della pianificazione strategica ed urbanistica.
Ora si litiga sull’alta velocità
Ho sempre sostenuto che per Rimini l’alta velocità sulla linea adriatica (Milano-Bari) non è una priorità. Le ragioni sono semplici.
- Attualmente da Rimini per Milano con un Freccia Rossa si impiegano circa 2 ore e15 minuti.
- Rimini-Bologna si percorre anche in meno di un’ora.
- Con una linea nuova di alta velocità la stazione non sarebbe più quella attuale nel centro di Rimini ma verrebbe realizzata fuori Rimini (Santarcangelo?). Evidente che la riduzione dei tempi da Milano fino a Rimini con la nuova linea AV (1,40 minuti ipotizziamo) viene di fatto vanificata dall’arrivo in una stazione fuori Rimini che poi richiederebbe un tempo di percorrenza superiore a quello guadagnato per arrivare nel cuore delle città di interesse (Rimini o anche Riccione).
- L’alta velocità sull’Adriatico sarebbe un ottimo vantaggio per il turismo del sud che vede un collegamento efficace dimezzando gli attuali tempi di percorrenza.
Non è finita qui. Ora si inizia a discutere dove collocare la stazione dell’alta velocità tra Bologna e Rimini. Scelta trasportistica vuole che vi sia una sola stazione in questo tratto di poco più di cento chilometri. Facile immaginare che sia baricentrica e quindi a Forlì, ma in questo caso non andrebbe bene a Rimini, come dimostra la polemica di questi giorni dopo che il viceministro ai trasporti Bignami ha prospettato l’idea che la stazione vada fatta a Forlì. A Rimini il Comune di Rimini, ma anche Forza Italia, hanno alzato gli scudi rivendicandola sul Marecchia.
Io penso che una nuova linea di alta velocità non serva, deturperebbe il territorio e avrebbe dei costi altissimi. Più utile impegnarsi, come si sta facendo, per potenziare l’attuale linea Bologna-Bari aumentando la capacità di frequenza dei treni e riducendo i tempi di percorrenza.
Riccione, l’informazione e viale Ceccarini
Ho sempre sostenuto che Riccione è una città che negli anni passati è stata governata bene dal centrosinistra. Soltanto una buona dose di autolesionismo, tipico della sinistra, ha permesso al centro destra di governare con Renata Tosi per sette anni quel Comune.
Ora vi è una nuova giunta di centrosinistra con la sindaca Daniela Angelini e una giunta che stanno lavorando bene.
Riccione nel passato è stata all’avanguardia per tutta la costa. Penso al depuratore, ai sistemi dei parcheggi interrati e il nuovo fronte mare. A Rimini non ci siamo ancora arrivati. C’è il Parco del Mare ma senza parcheggi. Poi il sistema degli impianti sportivi con in testa la piscina olimpica sede spesso di gare e allenamenti di valenza internazionale. Hanno voluto duplicare il sistema congressuale rispetto a Rimini, ma da loro punto di vista è un vantaggio indubbio. Non hanno compreso le potenzialità del Metromare ma nessuno è perfetto. Potrei parlare degli interventi in corso di riqualificazione alberghiera, alcuni importanti come le Conchiglie Eden e Casadio. Ma altri hotel hanno programmato interventi di restyling. In molte altre località costiere la situazione è molto diversa.
Tutto questo a Riccione viene dato evidentemente per scontato, almeno leggendo alcuni commenti di importanti esponenti della società riccionese.
Tutto è concentrato su viale Ceccarini. Deve essere fatto un intervento di riqualificazione. Si può concordare, ma non necessariamente con l’ansia di qualche esponente riccionese ad iniziare dal centrodestra.
Non sono gli arredi urbani che fanno la differenza tra una località turistica e l’altra. Chi ha camminato per la rambla di Barcellona sa benissimo di cosa parlo. Arredo urbano essenziale, quasi industriale, e grandi funzioni a destra a sinistra e in fondo alla rambla. Funzioni commerciali, di servizio, ristorazione, congressuali, locali di tendenza. Certo Riccione non è Barcellona, ma il confronto vale per tutti. L’arredo deve essere dignitoso, bello, funzionale. Ma sapendo che non risolve il problema ad esempio del commercio o della riduzione della clientela italiana negli alberghi. Tanto meno i flussi turistici esteri. Per tutto questo sono necessari ben altri interventi. Riccione nel passato ha fatto opere che “bucavano lo schermo” – si pensi al Aquafan – ora è possibile una nuova stagione in collaborazione con il privato come sta facendo, bene dal mio punto di vista, la giunta Angelini: mettendo al primo posto la riqualificazione albergheira ed urbana.
Maurizio Melucci
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