Palazzo Chigi ha già mandato un chiaro messaggio: «Limitare gli emendamenti» e «niente modifiche sostanziali» alla manovra. Confindustria chiede l’Irpef «premiale». Cgil e Uil pronte allo sciopero
Quest’anno la battaglia parlamentare sulla manovra di bilancio sarà più dura del solito. Non solo per le opposizioni, alle quali il disegno di legge presentato dal governo alla Camera lascia appena 120 milioni per finanziare eventuali piccole modifiche, ma anche per la maggioranza, alla quale Palazzo Chigi ha già mandato un chiaro messaggio: «Limitare gli emendamenti» e «niente modifiche sostanziali» alla manovra, che, in ogni caso, dovranno tutte essere coperte con le necessarie riduzioni di spesa o aumenti di entrate.
Pensioni
Nonostante i margini strettissimi, Forza Italia e Lega non rinunciano ai loro obiettivi mentre Fratelli d’Italia, comprensibilmente, è più attenta a non creare problemi alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il partito fondato da Silvio Berlusconi cercherà di ottenere qualcosa in più sulle pensioni minime, rispetto ai 3 euro di aumento sul 2024 contenuti nella manovra, e si mostra sensibile alle richieste che vengono dal settore delle bevande zuccherate, in allarme per la mancata proroga del rinvio della sugar tax (sarebbe stata l’ottava volta), così come alle proteste per l’estensione della web tax a tutte le imprese del digitale.
Flat tax
Il Carroccio, che ha raccolto molto poco sul fronte delle pensioni (non c’è stato né potrà esserci il promesso smantellamento della riforma Fornero) proverà, su questo tema, a ottenere l’incentivazione della previdenza integrativa per chi sta nel sistema contributivo mentre sul fronte fiscale cercherà di ottenere qualcosa di più sulla flat tax del 15% per gli autonomi, ora riservata a quelli con ricavi non superiori a 85mila euro e che la Lega vorrebbe ampliare fino a 100mila euro. Resta infine trasversalmente il tema dell’aumento del canone Rai da 70 a 90 euro, ma anche qui, per tornare indietro, bisognerà trovare le coperture. Trasversale è pure la questione Sanità. Con le opposizioni che ne hanno fatto il cavallo di battaglia, accusando il governo di aver tagliato i fondi; il ministro della Sanità, Orazio Schillaci, che, dopo aver respinto le accuse, spiega che «la strada è in salita e le risorse sono limitate»; i partiti di maggioranza che non sono insensibili alla protesta dei camici bianchi.
Irpef e concordato
Alle coperture è legata anche la possibilità di miglioramenti sul fronte dell’Irpef, in particolare la riduzione della seconda aliquota dal 35 al 33% e/o l’aumento da 50 a 60mila euro del secondo scaglione dell’imponibile. Per ora l’alleggerimento delle tasse sul ceto medio, promesso più volte dal governo, non c’è stato e la manovra contiene anzi un forte taglio sulle detrazioni per chi ha un reddito lordo superiore a 75mila euro. Ma lo stesso governo ha spiegato che se il concordato preventivo biennale offerto ai lavoratori autonomi avesse successo, il relativo gettito (almeno due miliardi, spera l’esecutivo) potrebbe essere appunto utilizzato per alleggerire l’Irpef. Solo che bisognerà aspettare il 31 ottobre, termine per l’adesione al concordato. Per ora i segnali che sono filtrati non inducono all’ottimismo, ma l’esecutivo sottolinea che, come al solito, le adesioni arriveranno in extremis.
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Imprese e sindacati
Sul fronte fiscale ci sono anche le richieste della Confindustria, che, ribadisce il presidente Emanuele Orsini, vorrebbe «un’Ires premiale per chi mantiene il 70% degli utili nell’azienda, usandone il 30% per investimenti in tecnologia, produttività welfare e formazione». Sono divisi, invece, i sindacati, con la Cgil e la Uil che bocciano la manovra e mercoledì, con i loro segretari Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, annunceranno il percorso di mobilitazione dei lavoratori che non esclude lo sciopero generale. Sciopero che, come già avvenuto negli ultimi anni, non vedrebbe la partecipazione della Cisl di Luigi Sbarra, che invece ha dato un giudizio tutto sommato positivo sulla legge di Bilancio e ha deciso di convocare assemblee sui luoghi di lavoro per sostenere proposte migliorative della manovra.
Enrico Marro
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