Spunta a Villa Adriana un complesso sconosciuto di epoca romana che arricchisce il sito Unesco con importanti scoperte e nuove testimonianze storiche
Situata a Tivoli, nei pressi di Roma, Villa Adriana continua a svelare il suo passato millenario. In questo sito archeologico di inestimabile valore, recentemente un’équipe dell’Università di Urbino ha portato alla luce una scoperta definita “sorprendente“, che arricchisce ulteriormente la comprensione di uno dei più grandi complessi residenziali dell’antica Roma.
Un complesso inedito riemerge a Villa Adriana dopo secoli
Un nuovo rinvenimento a Villa Adriana offre spunti affascinanti sugli antichi usi e le trasformazioni strutturali del sito, noto come una delle opere più imponenti e sofisticate dell’imperatore Adriano. Durante gli scavi presso l’area di Piazza d’Oro, dove sorgeva un maestoso edificio destinato a celebrazioni e banchetti imperiali, è emersa una struttura di grandi dimensioni che fino ad oggi non era mai stata documentata.
La scoperta si trova ai margini di una struttura ellittica che era stata a lungo interpretata come una vasca per il riposo o per l’allevamento ittico. Negli anni Novanta, alcuni lavori di manutenzione avevano riportato alla luce dettagli attribuibili a un ipotetico anfiteatro, ma le più recenti indagini, avviate nel 2024, hanno rivelato qualcosa di molto diverso.
Sotto pochi centimetri di terreno, sono emerse le imponenti murature di un complesso databile all’epoca adrianea, che misura oltre 25 metri di lunghezza per 15 di larghezza.
A capo del progetto capo del progetto di scavo per il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Urbino, il professor Cavallero. L’Università di Urbino ha poi spiegato come la struttura sia composta da una grande aula rettangolare, circondata da otto stanze, ciascuna affacciata su un terrazzo sorretto da pilastri alti più di tre metri.
Nuove scoperte archeologiche arricchiscono la storia di Villa Adriana
I ricercatori hanno anche rinvenuto materiali decorativi che danno un’idea dell’originaria ricchezza estetica del complesso: frammenti di marmi, sia bianchi che colorati, oltre a intonaci di colori vivaci come il giallo, il rosso e il verde, decorati con motivi floreali e a forma di melagrana.
Secondo l’Università di Urbino, il nuovo edificio “venne in parte distrutto per lasciar posto al cosiddetto anfiteatro ma le macerie, invece che essere asportate, furono utilizzate per creare il piano sul quale si realizzò il pavimento della nuova struttura ellittica”.
Tutti questi dettagli ornamentali, che includono materiali come il serpentino verde e il porfido rosso, fanno ipotizzare che l’edificio fosse destinato a ospitare eventi importanti e fosse concepito per impressionare per ricchezza e complessità decorativa. Finora, un complesso di tale imponenza e qualità decorativa non era mai stato identificato a Villa Adriana.
Con questo ritrovamento, il sito UNESCO di Villa Adriana si arricchisce di un ulteriore capitolo che testimonia la visione e le ambizioni dell’imperatore Adriano.
Berta Martini, direttrice del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Urbino, ha sottolineato come nonostante secoli di scavi Villa Adriana è “un sito Unesco che ancora oggi non smette di regalare, nonostante gli oltre cinquecento anni di scavi e ricerche, scoperte sorprendenti”. Anche dopo secoli di scavi e studi, questo luogo continua a offrire spunti nuovi e a sorprendere gli studiosi e i visitatori di tutto il mondo.
Il direttore delle VILLÆ, Andrea Bruciati, ha aggiunto che il ritrovamento sottolinea l’importanza della villa come cantiere di studi e innovazione continua: “L’eccezionalità del sito ne fa un palinsesto cangiante e primario al contempo, ispirando nell’Istituto un progetto di gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico, monumentale e naturalistico improntato all’interdisciplinarità e alla trasversalità”.
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