Il Dipartimento di Stato americano ha approvato una potenziale vendita da 2 miliardi di dollari di missili e sistemi radar a Taiwan, quasi due settimane dopo le manovre militari tenute dalla Cina il 14 ottobre, denominate ‘Joint Sword 2024/B’, che hanno simulato l’ennesimo blocco aeronavale dell’isola ribelle.
L’Agenzia per la cooperazione e la sicurezza della difesa del Pentagono ha affermato che la nuova operazione, destinata a irritare Pechino, consisteva in sistemi missilistici (di cui Rtx Corp è l’appaltatore principale) e sistemi radar per un controvalore stimato, rispettivamente, di 1,16 miliardi e 828 milioni. “Questa proposta di vendita è al servizio degli interessi nazionali, economici e di sicurezza degli Usa sostenendo i continui sforzi di Taipei per modernizzare le sue forze armate e mantenere una capacità difensiva credibile”, ha riferito una nota, secondo cui “la vendita proposta contribuirà a migliorare la sicurezza” di Taiwan e “aiuterà a mantenere la stabilità politica, l’equilibrio militare e il progresso economico nella regione”.
La vendita riguarda tre soluzioni di difesa aerea a medio raggio National Advanced Surface-to-Air Missile System (Nasam) che includono i missili terra-aria avanzati Amraam Extended Range. La domanda di Nasam è in aumento dal loro utilizzo in Ucraina. Gli Stati Uniti sono obbligati per legge a fornire a Taiwan, rivendicata dalla Cina come parte “inalienabile” e “sacra” del suo territorio, i mezzi per difendersi malgrado la mancanza di legami diplomatici formali. Pechino ha intensificato la pressione militare contro Taipei, con due manovre militari su vasta scala nel 2024 in risposta alle posizioni del presidente William Lai, considerato un “separatista”.
Il ministero della Difesa di Taiwan ha accolto con favore l’annuncio, osservando l’uso “comprovato” dei Nasam in Ucraina e il loro potenziale di difesa aerea di fronte alle manovre militari cinesi. Le forze armate dell’isola stanno rafforzando i propri armamenti per essere in grado di affrontare al meglio qualsiasi attacco della Repubblica popolare.
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