Sono 104.630 le pensioni erogate dall’Inps di Macerata, in pratica una ogni tre residenti, 5mila quelle che vengono liquidate per la prima volta ogni anno; le entrate contributive ammontano a 858milioni e 219mila euro, in crescita dell’11,2% rispetto al 2022, un incremento triplo rispetto alla media regionale e doppio rispetto a quella nazionale. Sono i numeri più significativi contenuti nel rendiconto sociale 2023 dell’Istituto di previdenza, presentato nei giorni scorsi, alla presenza di un’ampia rappresentanza delle istituzioni provinciali. “Il rendiconto – sottolinea il direttore Marco Mancini (nella foto)– non è un punto di arrivo, ma una tappa del percorso di miglioramento della corposa attività svolta, per garantire una pubblica amministrazione che, agendo in modo sinergico, assicura servizi e prestazioni in linea con le mutevoli esigenze della comunità”. “Circa il 70% della popolazione provinciale – prosegue – si interfaccia con l’Inps, ed è doveroso che l’istituto ogni anno presenti il rendiconto delle sue attività, che hanno un forte impatto sulla vita dei cittadini, evidenziando successi e criticità”. Mancini evidenzia, quindi, come, oltre a quelle tradizionali, attualmente molte prestazioni sono riferite ad una maggior flessibilità in uscita, resa possibile, in particolare, dall’Ape sociale, opzione donna e quota 103. Ma l’Inps non è solo pensioni, visto che rappresenta il più importante hub italiano del welfare, cioè del cosiddetto stato sociale. “L’Istituto presta grande attenzione e si prende cura delle persone fragili, o per motivi economici o per motivi di salute. A questo proposito ritengo opportuno evidenziare che per quel che concerne i trattamenti di invalidità civile, in collaborazione la l’Ast, la sede Inps di Macerata è quella che può vantare il tempo più breve di recepimento e liquidazione della pratica, 91 giorni, contro i 144 della media italiana”. Ma c’è anche altro. Eroghiamo anche l’assegno di inclusione e il supporto alla formazione lavoro che hanno sostituito, rispettivamente, l’assegno sociale e il reddito di cittadinanza. L’assegno unico universale, in vigore dal marzo 2022, in provincia raggiunge ben 31mila nuclei familiari con un importo che varia in relazione all’Isee: più questo è basso, maggiore è l’assegno e viceversa. Infine i controlli, svolti attraverso la vigilanza cosiddetta documentale, volta ad evitare che si possano creare forme di concorrenza sleale, e quella ispettiva. Quest’ultima, nel corso del 2023, ha consentito di scovare, in tutta la regione, ben 230 lavoratori in nero.
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