Il commento social del vicepremier e segretario leghista: «Vediamo se ci sarà un giudice che ci obbligherà a tenere la preziosa risorsa straniera»
Meno cinquantaquattro. La sentenza del processo a Matteo Salvini per i fatti della nave Open Arms è prevista per il 20 dicembre. Ma il procedimento è ormai diventato a tutti gli effetti un asset leghista. Una risorsa utile per il futuro e utilissima già oggi, per le elezioni in Liguria e poi quelle in Emilia-Romagna e Umbria. Ieri il ministro dei Trasporti ha postato sui social la vicenda della ragazzina di 14 anni violentata a Bolzano da un quarantenne pachistano: «Vediamo — è il commento — se ci sarà anche in questo caso un giudice che ci obbligherà a tenere in Italia pure questa preziosa “risorsa” straniera…». Se il riferimento al processo di Palermo non fosse abbastanza chiaro, il post prosegue: «Meno cinquantaquattro alla sentenza: condannato o assolto per aver fermato l’immigrazione clandestina?». Poi, l’hastag: «#20dicembre».
Che il procedimento sia diventato un tema della comunicazione leghista non è un’illazione, ma un fatto teorizzato dallo stesso leader leghista in un consiglio federale del partito a fine settembre, quello in cui si è parlato di Pontida e della manifestazione di Palermo durante l’arringa difensiva della senatrice-avvocata Giulia Bongiorno. E dunque, i social insistono quotidianamente su quel tasto. Due giorni fa il post era stato sulla manifestazione di Verona per protestare contro l’uccisione da parte di un poliziotto del 26enne Moussa Diarra, la domenica precedente. Anche qui, commentando il lancio di sassi e bottiglie contro le forze dell’ordine Salvini è rapidamente arrivato al punto: «Venerdì 20 dicembre scoprirò se per la giustizia sono colpevole di aver bloccato gli sbarchi e protetto i confini o se sono semplicemente un italiano che, da ministro dell’Interno, ha fatto il suo dovere».
Il giorno precedente, il post era su un 30enne marocchino che ha stuprato una 15enne in Valle d’Aosta. E a «meno cinquantotto» il caso era stato quello di una violenza a Pesaro, con lo stesso riferimento al 20 dicembre. Qualche giorno ancora ed ecco il post sui magistrati «di sinistra»: «Se venissi condannato non sarebbe un problema per me, ma un disastro per l’Italia. Chiunque potrebbe venire nel nostro Paese per farsi gli affari suoi». Va detto che dalle parti dell’opposizione, il disegno salviniano pare essere chiaro. E infatti le sue sortite non hanno ricevuto un solo commento.
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