A sorpresa il Governo, tramite la Legge di Bilancio 2025, taglia quasi del tutto le risorse del Fondo Automotive mandando il settore nel panico, come dimostrano le reazioni di Anfia, l’associazione che rappresenta la filiera dell’industria automobilistica, di Federauto, la federazione dei concessionari auto, e dei principali sindacati del comparto. E pensare che poco più di due mesi fa, al Tavolo Automotive di agosto, il ministro delle Imprese Adolfo Urso aveva confermato le risorse per complessivi 5,75 miliardi di euro fino al 2030. Adesso, però, nelle pieghe della manovra di fine anno è spuntata una decurtazione di 4,6 miliardi, lasciando in pratica le briciole. Che significherebbe dire quasi sicuramente addio agli incentivi auto 2025.
CHE COS’È IL FONDO AUTOMOTIVE
Il Fondo Automotive era stato istituito dal Governo Draghi con il decreto-legge n. 17/2022 per supportare, su base decennale, la transizione ecologica dell’industria automobilistica italiana. Da allora a oggi la maggior parte delle risorse è stata usata per incentivare l’acquisto di veicoli a zero o a basso impatto ambientale, rottamando nel contempo i vecchi veicoli inquinanti, mentre una piccola fetta è andata alle imprese per riconvertire gli impianti. Nei prossimi anni il Fondo Automotive avrebbe dovuto ancora contare su 750 milioni di euro per il 2025 e 1 miliardo di euro l’anno dal 2026 al 2030. Ma queste cifre sembra che saranno notevolmente ridimensionate.
ANFIA: “TAGLIO DI 4,6 MILIARDI UN INACCETTABILE FULMINE A CIEL SERENO”
Lo ha scoperto l’Anfia, Associazione nazionale filiera industria automobilistica, leggendo la bozza della Legge di Bilancio 2025 (che, precisiamolo, essendo una bozza può essere ancora modificata prima dell’approvazione di fine anno). “Anfia, gli imprenditori e le imprese (del comparto automotive, ndr) sono sconcertati dalla decisione del Governo di decurtare di oltre 4,6 miliardi di euro il Fondo Automotive destinato all’adozione di misure a sostegno della riconversione della filiera“, si legge nel comunicato dell’associazione. “L’automotive è il principale settore manufatturiero italiano, conta oltre 270.000 addetti diretti, ha un fatturato di oltre 100 miliardi di euro ed è l’unico a cui è richiesta una trasformazione obbligatoria epocale in pochi anni (quella che nell’UE prevede lo stop alla vendita di auto ICE nuove dal 2035, ndr). […] Il taglio previsto dalla Legge di Bilancio 2025 è un inaccettabile fulmine a ciel sereno che contraddice in maniera clamorosa l’importante attività che il Governo sta svolgendo in Europa a favore del settore per migliorare la regolamentazione. L’auspicio è quello di vedere fortemente ridotto il taglio nell’iter di approvazione della manovra in Parlamento. In caso contrario, questo tragico ridimensionamento delle risorse segnerebbe una profonda frattura nella fin qui ottima collaborazione tra la filiera ed il Governo“.
FEDERAUTO: “IL GOVERNO STA RINUNCIANDO A RILANCIARE IL COMPARTO AUTOMOTIVE”
Molto dura anche la reazione di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari, che pur ritenendo “giusta” l’attenuazione delle politiche dei bonus, che finora “poco hanno influito sulla necessità di invertire la tendenza al ribasso del mercato dell’auto“, al contempo pensano che se viene ridotto drasticamente il fondo per l’Ecobonus e se si tagliano addirittura i fondi per l’Autotrasporto, senza prevedere misure di supporto al settore sotto forma di una revisione complessiva del sistema di tassazione in grado di alleggerire il carico fiscale per le famiglie e le imprese che intendono investire per acquistare un’auto o un veicolo commerciale nuovo, “si sta semplicemente rinunciando a perseguire una politica di rilancio del comparto automotive“.
SINDACATI: “A RISCHIO IL FUTURO DI MIGLIAIA DI FAMIGLIE”
Ovviamente imbufaliti pure i sindacati: per le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm, il Governo “ignora un intero settore e le richieste di oltre 20 mila lavoratori che lo scorso 18 ottobre hanno partecipato allo sciopero nazionale e alla manifestazione di Roma per chiedere un supporto concreto. Questa mobilitazione, anziché trovare ascolto e una risposta positiva, è stata seguita da un provvedimento che va nella direzione opposta a quella auspicata, mettendo a rischio il futuro di migliaia di famiglie e la sopravvivenza di una filiera strategica per il Paese“.
ADDIO INCENTIVI AUTO? ECCO COSA PUÒ SUCCEDERE
E adesso che succede? Se il taglio sarà confermato, riducendo le risorse ad appena 200 milioni di euro per ciascun anno dal 2025 al 2030, insufficienti per qualunque tipo di incentivo, si aprono due possibili scenari:
- un cambio di strategia da parte del Governo, con la ricerca di nuove soluzioni per il sostegno al comparto automobilistico;
- oppure la volontà di recuperare risorse da un settore nel quale in questi mesi, nonostante i massicci stanziamenti, non è stato possibile segnare una vera discontinuità con il passato e si è invece registrato un progressivo peggioramento dei numeri, tanto sul mercato quanto sul fronte produttivo.
Per il momento il Governo si è limitato a commentare la vicenda con una nota piuttosto laconica a firma del ministro Urso, in cui si assicura che l’Esecutivo è impegnato a garantire che la filiera dell’automotive abbia gli strumenti necessari per affrontare la sfida della transizione: “Tutte le risorse andranno sul fronte degli investimenti produttivi con particolare attenzione alla componentistica, che è la vera forza del Made in Italy“. Sembrerebbe dunque che ci sia di volontà di smetterla con gli incentivi auto, dirottando i soldi direttamente alle imprese produttrici, magari istituendo un nuovo fondo ad hoc. Vedremo cosa succederà e quali saranno le reazioni.
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