L’impresa di Mauro Dall’Igna, 43 anni, di Montegalda: «Gli avversari non sono solo gli altri, ma la fame, il sonno, la stanchezza e i dolori»
«È stato un grande traguardo personale, un bel punto di arrivo e non sto parlando solo della gara ma di tutto il percorso fatto finora, delle rinunce e dei sacrifici». Mauro Dall’Igna, 43 anni, di Montegalda, in provincia di Vicenza, aveva commentato così, sulla propria pagina Facebook, l’esito della sua impresa sportiva (svoltasi tra fine agosto e i primi di settembre): la partecipazione alla “Transiberica”, competizione di ultracycling, una specialità ciclistica che consiste nel gareggiare su lunghe distanze, solitamente nell’arco minimo di 24 ore. In questo caso, la sfida era quella di arrivare nel minor tempo possibile a Bilbao, in Spagna, partendo da Bolzano. Lui ce l’ha fatta dopo 7 giorni e 9 ore in cui ha percorso 2.680 chilometri, rimanendo in sella anche 20 ore, superando decine e decine di vette, dagli 800 ai 2.700 metri (tra queste lo Stelvio, il Mount Ventox, il Mont Aigoual, solo per citare le più famose), concedendosi poche ore di sonno e ancor meno per alimentarsi. È arrivato 11° (secondo dei 5 italiani presenti) su 140 atleti provenienti da tutto il mondo, dei quali 109 hanno concluso la gara, mentre il primo classificato è stato squalificato nei giorni scorsi per non aver rispettato il regolamento. Che prevede, per questo tipo di competizione, che gli atleti siano autonomi in tutto, non solo nei rifornimenti, ma perfino nel trovarsi un luogo dove dormire.
Il sostegno del personal trainer
«Molti si sono arrangiati stendendosi con un telo da qualche parte – spiega Dall’Igna -, io invece sono riuscito sempre a trovare una sistemazione in qualche struttura, in modo da lavarmi, fare un cambio di tutine e cercare di recuperare energie». Gare come questa metterebbero a dura prova anche atleti professionisti, figuriamoci “amatori” che possono dedicare all’allenamento solo qualche ora al giorno e i fine settimana. «Quando affronti sfide di questo genere – sottolinea Dall’Igna – devi prepararti al meglio. Io lo faccio grazie anche al mio personal trainer, Tobia Faggion, con il quale pianifichiamo la preparazione. Poi in gara sei da solo. Gli avversari non sono solo gli altri, ma la fame, il sonno, la stanchezza, i dolori che di ora in ora si spostano in varie parti del corpo e il buio della notte, in cui magari ti trovi ad attraversare foreste, con animali selvatici che all’improvviso ti attraversano la strada». Chi non è esperto di sport, a qualsiasi livello, potrebbe pensare che basti un’eccellente preparazione atletica per affrontare queste competizioni, ma in realtà non è così, – spiega Dall’Igna -: «L’avversario più difficile è la mente, perché passando tante ore da solo, nei momenti più duri è inevitabile che ti venga da chiederti chi te lo fa fare e quello è il momento in cui è più facile mollare. La mia vera forza mentale, in questi casi, sono mia moglie Marta e mia figlia Sara, che mi donano l’energia che mi permette di superare i momenti di crisi. Fisicamente ero pronto a sopportare tutto e la strategia di gara è stata quella del “rischio controllato”, perché l’obiettivo era arrivare a Bilbao. Alla fine, anche il risultato è stato più che appagante».
La lunga preparazione
Molti pensano che gli “Ironman” e tutti coloro che affrontano sfide di questo genere siano persone speciali, e probabilmente lo sono, ma nessuno di loro si sente tale e Dall’Igna non fa eccezione: «Avventure come queste vanno pensate, ragionate e preparate a lungo – conclude -. Anche quando sei sicuro di aver pensato a tutto ci sono gli imprevisti, le forature, l’assillo del cronometro, ma il premio non è certo la classifica o una medaglia: sono le forti emozioni che si provano e che ancora mi sto godendo ora». Fino a che non verranno sostituite da un’altra altrettanto inverosimile avventura, a sfidare qualche altro limite. Perché, alla fine, la vera sfida, per questo tipo di persone, è raggiungere sempre qualche nuovo traguardo. In fondo, è quello che tutti noi dovremo fare nella vita, ciascuno per le proprie possibilità e capacità.
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