La proroga degli incentivi per le caldaie a gas, prevista dalla nuova manovra del Governo, si scontra con la Direttiva europea “Case Green”, che vieta tali agevolazioni a partire dal 2025. Questa decisione, oltre a mettere l’Italia a rischio di sanzioni da parte dell’Unione Europea, penalizza gli interventi di efficienza energetica più avanzati.
Analizziamo il contenuto della bozza della Manovra finanziaria, attualmente in discussione.
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Ddl Bilancio e la Direttiva Case Green: una contraddizione normativa
Con la recente trasmissione al Parlamento del disegno di legge di Bilancio, il Governo italiano ha deciso di prorogare gli incentivi fiscali per la sostituzione delle caldaie a gas, nonostante l’entrata in vigore della Direttiva europea 1275/2024, nota come “Case Green“. Quest’ultima impone, a partire dal 1° gennaio 2025, il divieto di fornire agevolazioni per l’acquisto e l’installazione di impianti di riscaldamento alimentati a combustibili fossili.
La proroga degli incentivi per le caldaie a gas, invece, sembra andare nella direzione opposta, generando una palese contraddizione normativa e un concreto rischio di avvio di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea.
La Commissione Europea ha recentemente pubblicato delle linee guida dettagliate per l’applicazione del divieto, chiarendo che, a partire dal 2025, non sarà possibile fornire incentivi per impianti di riscaldamento alimentati a gas, nemmeno per le caldaie di classe energetica A o superiori.
La regola generale, si legge nel documento di orientamento, è che se la rete del gas locale “trasporta prevalentemente gas naturale, l’installazione di caldaie a gas non dovrebbe ricevere incentivi finanziari”. Unica eccezione è rappresentata dai sistemi ibridi, purché la componente rinnovabile sia considerevole.
Il rischio concreto di una procedura di infrazione
Leggendo la bozza della Manovra, si nota come, dal punto di vista degli interventi sugli impianti, si continuerà ad ottenere l’ecobonus per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione, anche dotati di sistemi di:
- termoregolazione evoluti;
- pompe di calore ad alta efficienza;
- impianti geotermici a bassa entalpia;
- apparecchi ibridi costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione;
- micro-cogeneratori e generatori di calore alimentati da biomasse.
Le scelte del Governo italiano, dunque, si pongono in netto contrasto con quanto previsto dalla normativa europea, aumentando il rischio di sanzioni pecuniarie e di sanzioni aggiuntive giornaliere per ogni giorno di ritardo nell’applicazione del divieto.
Il disegno di legge di bilancio 2025, infatti, propone di prorogare in blocco le agevolazioni in vigore, senza badare al fatto che la Direttiva Case Green dal 1° gennaio 2025 vieta ai Paesi UE di incentivare le caldaie autonome a combustibili fossili.
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