Anche se l’inflazione picchia meno duramente rispetto ad altri periodi storici e nell’ultimo trimestre si è attestata al +1,3% su base annua, i costi legati alle vacanze e ai prodotti alimentari continuano a mettere sotto pressione i bilanci delle famiglie italiane e per il 2025 la previsione degli analisti è che il budget dei nuclei familiari per le proprie vacanze subirà un’ulteriore contrazione. E questo, per tutta la filiera turistica, è un indicatore che peserà sulle politiche tariffarie, se si vuole mantenere il consolidamento del business post pandemia che ha caratterizzato 2022 e 2023.
DIKTAT CST: «ANDARE OLTRE»
E proprio riguardo allo scorso anno, Alessandro Tortelli, direttore del Cst, Centro Studi Turistici di Firenze, evidenzia come «secondo i dati certificati dell’Istat, sul totale dei viaggi e soggiorni realizzati in Italia, il 34% è stato effettuato da nuclei familiari con almeno un figlio. Invece, nonostante la flessione della domanda italiana, nel 2024 il turismo familiare sembra aver retto bene la congiuntura economica.
Dalle informazioni che ci arrivano dal panel degli imprenditori ricettivi si può desumere che, se il settore turistico destinasse maggiori offerte orientate non solo alle tipologie di famiglie “tradizionali” (eterosessuali, bianche, giovani e composte da marito, moglie e figli) ma anche alle “nuove famiglie” (monogenitore, omosessuali, ricostituite, miste), allargherebbe di molto il proprio bacino di utenti».
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Secondo l’Osservatorio Astoi, comunque, gran parte delle famiglie ha giocato d’anticipo scegliendo destinazioni economicamente più accessibili, vista la ridotta capacità di spesa con una media pro-capite di 1.140 euro per villaggi in formula club e di circa 2.400 euro per il lungo raggio.
QUESTIONE MERIDIONALE
Ancor più circostanziata una ricerca di Save the Children che, riferendosi ai periodi di vacanza dei bambini, rileva che solo il 38,7% dei minori di età compresa tra zero e 15 anni, nel 2023, ha avuto la possibilità di trascorrere un break fuori città per più di quattro notti consecutive tra inizio giugno e fine agosto.
Ma è sorprendente il divario tra nord e sud Italia: se in Liguria la percentuale di turisti junior che nel 2023 hanno fatto una vacanza con la famiglia si attesta sul 70,1%, in Calabria crolla al 6,7%. Piccoli progressi in Sicilia, Sardegna e Basilicata dove si supera appena la doppia cifra, fino ad arrivare al 13,4% della Puglia.
Altro importante segnale proviene da Eurostat che per il 2025 indica un ulteriore calo del reddito disponibile reale delle famiglie italiane che nel 2023 si è addirittura attestato su 8 punti sotto quello del 2010. Anche le sigle dei consumatori hanno iniziato a lanciare segnali affinché non ci siano eccessivi colpi di acceleratore sul pricing dei pacchetti-vacanza, perché già nell’estate 2024 si è registrato un loro incremento di quasi il +19% e, in generale, tra le voci di maggior peso nella spesa turistica sono stati certificati importanti rincari dei servizi ricettivi (alberghieri ed extra-alberghieri) e della ristorazione, che hanno costretto le famiglie a una spesa supplementare rispetto a quanto era stato messo in conto.
I servizi legati al soggiorno turistico hanno infatti registrato un aumento del 4,4% rispetto ad agosto 2023 e, secondo l’Unione Nazionale Consumatori, una coppia con due figli ha speso in media 108 euro in più rispetto all’anno precedente solo per alloggi e ristoranti.
Una lievitazione dei prezzi che non ha risparmiato alcuna modalità di sistemazione, in quanto anche campeggi e villaggi vacanze hanno subito rialzi fino al +13%. Ad aver fatto segnare i rincari più moderati sono stati gli alberghi con aumenti medi del +4-5%. Questa impennata dei costi ha avuto un impatto diretto sulle scelte delle famiglie, con il 41% degli italiani che ha deciso di trascorrere vacanze brevi e improntate al risparmio.
VACANZE A RATE
Ed è aumentata anche la quota di italiani attivi che ha rinunciato del tutto alle partenze: secondo uno studio di Facile.it sono stati infatti 6,5 milioni i nostri connazionali, in prevalenza nuclei familiari, che quest’anno non hanno preparato alcuna valigia e fra questi ben 3,7 milioni hanno dichiarato che la decisione è scaturita da fattori puramente economici.
Chi invece è riuscito a “evadere” dalla routine quotidiana lo ha fatto anche grazie al ricorso al credito al consumo: nel primo semestre dell’anno, secondo un monitoraggio di Prestiti.it, sono stati erogati finanziamenti finalizzati alle vacanze per un valore complessivo di 250 milioni di euro, in crescita del 12% su base annua.
La cifra media “finanziata” ha raggiunto i 5.400 euro con un piano di ammortamento anche fino a 50 rate. In un contesto di crescenti ristrettezze, sebbene siano i giovani a richiederlo con maggior frequenza, un buon 35% delle domande di prestiti per vacanze riguarda proprio le famiglie. E nonostante il ricorso a tali escamotage, secondo Assoturismo-Confesercenti i tre mesi più caldi dell’estate, vale a dire giugno-luglio-agosto, hanno fatto registrare una diminuzione dello 0,7% di presenze dovuto a un calo del 3% di italiani in ferie.
CHE NATALE ASPETTARSI?
Questo lo scenario di quanto avvenuto negli ultimi due anni che rappresenta un quadro di riferimento prezioso per interpretare le tendenze per le prossime stagioni turistiche delle famiglie. E le più recenti indicazioni provengono dalle prenotazioni per il prossimo periodo natalizio, che hanno già cominciato ad avere alti valori. Di fatto, quello delle vacanze di fine anno rappresenta da sempre il banco di prova per capire come i target di riferimento si comporteranno nei mesi successivi.
Ebbene, stando a quanto raccolto dagli osservatori di grandi Gruppi (come Bluvacanze) e associazioni di categoria, tra gli 11 milioni di italiani che effettueranno un viaggio nel periodo natalizio, di cui un terzo costituito da famiglie, c’è un forte incremento del ricorso all’advanced booking (+25%) soprattutto da parte delle famiglie: uno strumento impiegato con il preciso proposito di risparmiare quanto possibile grazie agli incentivi proposti per rendere appetibile questa pratica commerciale.
In merito al budget, anche se siamo ovviamente al di sotto di quello che può essere pianificato per le vacanze principali, che rimangono quelle estive, la spesa preventivata – da chi se lo può permettere, ovviamente – per le partenze di Natale e/o Capodanno sfiora i 2mila euro a nucleo e la durata media del soggiorno va dai 3 ai 6 giorni.
QUEI SERVIZI IRRINUNCIABILI
Delle tendenze generali del target famiglie se ne è occupata anche Area38.it, agenzia di marketing che segue i family hotel e che, nel corso di un’in- dagine a campione, ha individuato almeno otto trend relativi a questa tipologia: innanzitutto un buon 30% delle famiglie intende viaggiare di più, magari periodi brevi ma con maggiore frequenza nell’arco dell’anno. Inoltre il valore medio della vacanza si attesterà sui 2.200 euro, in lieve crescita rispetto al recente passato.
In merito poi alla vacanza principale, quella che viene consumata nel periodo estivo, quest’anno si è consolidata la durata media di 7-8 giorni scelta dall’80% dei nuclei familiari.
Di sicuro interesse l’aspetto ludico: ben il 65% dei genitori pongono il divertimento assicurato ai propri figli come priorità assoluta anche nella scelta del soggiorno e della location, con una forte prevalenza di villaggi, resort e family hotel rispetto a città, borghi o altre tipologie di viaggio. Mentre tra i servizi irrinunciabili che devono trovarsi nella struttura prescelta, primeggiano baby-sitter e animatori per ospiti under 12; due priorità che prevalgono addirittura sulle Spa e sui campi/attrezzature sportive per adulti.
Infine un curiosità: nel 13% dei casi le famiglie sono alla ricerca di strutture ricettive pet-friendly perché viaggiano e soggiornano con gli animali domestici al seguito.
IL BREAK CHE FA LA DIFFERENZA
C’è infine un capitolo a parte, quello delle escursioni o gite “fuori porta” della durata minima di una giornata e dei city-break con uno o al massimo due pernottamenti fuori casa. Anche in questo caso il dato di riferimento proviene dall’Istat che ha contabilizzato circa 42 milioni di soggiorni brevi o escursioni giornaliere nel 2023, che rappresenta un dato stabile rispetto al 2022.
E anche se il budget a disposizione per questo tipo di vacanza breve è ovviamente ridotto, è pur sempre un fenomeno interessante per tutto l’indotto che genera, coinvolgendo strutture alberghiere, ristorazione, guide turistiche, musei, parchi tematici e luoghi d’intrattenimento.
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