Politica – Un alone di mistero copre questa vicenda dell’immobile ceduto nel 2005, a quanto sembra, ad un docente universitario, grazie al fattivo intervento di un ex consigliere comunale, all’epoca molto vicino al sindaco Bruno Scittarelli. Il lascito all’Ente era condizionato alla cura di una cappella gentilizia situata all’interno del cimitero monumentale di San Bartolomeo, anche se…
Ha avuto un’eco inaspettata la vicenda della ricognizione dei beni immobili che il comune di Cassino, sta effettuando in questi giorni, in particolare ha colpito l’attenzione dei nostri lettori, la vendita dell’appartamento che, il comune di Cassino possedeva a Napoli. (LEGGI QUI: E il Comune di Cassino scoprì di avere un appartamento… a Napoli!).
Un alone di mistero copre questa vicenda dell’immobile ceduto nel 2005, a quanto sembra, ad un docente universitario, grazie al fattivo intervento di un ex consigliere comunale, all’epoca molto vicino al sindaco Bruno Scittarelli che si prodigò non poco, affinchè il professore si aggiudicasse l’immobile. Bisogna dire che, in tanti ci hanno contattati per aggiungere o togliere qualcosa da questo vero e proprio giallo d’autunno, e ne è venuto fuori una sorta di collage davvero interessante.
Innanzitutto, l’appartamento di cui stiamo parlando, secondo un altro ex consigliere comunale, e medico in Cassino, non si troverebbe vicino l’aereoporto di Capodichino dove lo riporta la planimetria del comune di Cassino ma in via Elena, strada parallela a via Caracciolo al civico 20, categoria A/2 classe 4 con 6,5 vani, con garage e cantina annessi.
Con l’appartamento, l’avvocato Ernesto Villa, e la sua consorte, la nobildonna Alba Zecca, lasciavano al comune di Cassino, anche alcuni titoli obbligazionari e titoli del tesoro. Il lascito, era però condizionato alla cura di una cappella gentilizia situata all’interno del cimitero monumentale di San Bartolomeo a Cassino dove erano conservate le spoglie mortali di Vincenzo Villa, fratello di Ernesto, maggiore degli alpini morto durante la prima guerra mondiale.
Nella ricognizione del comune però, la lussuosa magione non risulterebbe dove effettivamente si trovava, inoltre non è neanche corretta la misura dato che l’appartamento è ben più grande dei 100 metri quadrati segnati nel 1995.
Ma è la vendita di questa casa napoletana che pone più di qualche interrogativo sulle “pressioni” effettuate dal fantomatico consigliere comunale dell’era Scittarelli per farla aggiudicare ad un docente. Innanzitutto, a quanto è dato sapere, l’appartamento era “sub iudice” in quanto gravato da un ricorso di un diretto discendente dell’avvocato Villa, e si era in attesa della pronuncia della Cassazione: attesa che non si è concretizzata dato che la magione è stata venduta prima del pronunciamento dei sommi giudici.
Ed ancora: qual è il reale realizzo economico della vendita della casa di Napoli? E quale è stato l’effettivo ruolo di questo consigliere nella vicenda ammesso che ruolo ci sia stato dato che riscontri oggettivi per ora, non ce ne sono?
C’è però una certezza: il maggiore Vincenzo Villa, malgrado le raccomandazioni del fratello, non solo non ha mai visto l’ombra di un operaio comunale a curare la cappella dove è sepolto ma, il buon Riccardo Consales che si sta interessando della vicenda, ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per ritrovare la cappella gentilizia di Villa, tanto che ad un certo punto qualche maligno ha pensato che il “solito” faccendiere comunale, avesse venduto anche quella.
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