“Troppe criticità per la zona industriale, si allo sciopero. Siamo pronti a scendere in campo il prossimo 12 novembre”. Lo afferma Giorgio Miozzi, segretario generale provinciale della Uilm Siracusa che dopo l’attivo del settore industria di qualche giorno fa è tornato ad alzare la voce: “Ed in maniera forte e decisa perché si sta giocando con il futuro di tanti lavoratori e delle loro famiglie. Non ci piace lo scenario che si sta prospettando: Eni chiude gli impianti perché in perdita e ci dicono che verranno investiti circa 2 miliardi per la transizione, ma tante volte abbiamo ascoltato intenzioni alle quali non si è poi dato seguito. Non possiamo correre questo rischio. I problemi della zona industriale sono molteplici – prosegue Miozzi -: gli impianti di cogenerazione Isab ad esempio sono fermi e ciò crea enormi disagi alle aziende metalmeccaniche, di servizi e di trasporti collegate perché a loro volta rimangono ferme. E se si fermano queste aziende e si fermano i lavoratori, come pensano possano vivere tutte le rispettive famiglie? Il blocco di quasi tre impianti porterà inevitabilmente ad un calo dei livelli occupazionali. E poi ancora: ci sono contratti a termine non rinnovati, aziende che mandano il personale in ferie forzate. Diteci se tutto ciò in prospettiva non sia preoccupante per i lavoratori.
Noi della Uilm pensiamo che si sta giocando con il futuro di tante famiglie e non si può permettere tutto ciò. Eni è un’azienda a partecipazione statale e come tale anche il Governo è corresponsabile di tutto ciò e si deve quindi adoperare per garantire i livelli occupazionali attraverso la realizzazione di una transizione energetica, che deve avvenire con gli impianti accesi e non fermi, che porti a uno sviluppo sostenibile di questo polo industriale e di questo territorio che è stato fino ad oggi usato dalle grandi aziende che hanno avuto ampi margini di profitto per cui possono perderci qualcosa, perché la priorità sono e rimangono sempre i lavoratori. Ecco perché – conclude Miozzi – gridiamo a gran voce che c’è bisogno di una grande manifestazione e di uno sciopero in programma giorno 12 novembre: noi urleremo il nostro dissenso perché rimane l’unico modo per ribadire che non siamo d’accordo con questa politica che porterà alla morte della zona industriale e di conseguenza lascerà sul lastrico decine di migliaia di lavoratori”.
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