Lo strumento per favorire l’accesso al credito potrà essere utilizzato anche da aziende agricole che hanno già un prestito in corso per il quale hanno chiesto una rinegoziazione
Quello dell’accesso al credito è uno dei problemi più sentiti dagli imprenditori agricoli. Per questo durante l’ultima riunione del Comitato consultivo del Fondo di garanzia per le Pmi, svoltasi al Mimit (Ministero delle imprese e del Made in Italy), è stata proposta una modifica delle regole di funzionamento dello strumento al quale le aziende agricole hanno accesso da luglio 2020 grazie al Decreto “Cura Italia”, che favorirà la concessione di prestiti alle imprese del settore primario. A illustrarla è il vicepresidente di Copagri Giovanni Bernardini.
«È più che positivo ragionare su eventuali modifiche sull’operatività del Fondo – spiega – valutando la possibilità di consentire alle aziende che hanno beneficiato di un prolungamento di una garanzia in essere su un finanziamento di usufruire della medesima garanzia anche su nuovi finanziamenti, anche nel caso in cui il precedente non sia giunto alla fine dell’ammortamento. Resta inteso – precisa – che tutto ciò deve essere condizionato al rispetto di determinati requisiti, cioè che il finanziamento sia in bonis e non ci siano rate pregresse non saldate. Un intervento simile apporterebbe grandissimi benefici al primario – conclude Bernardini – in quanto andrebbe pienamente a rispondere alle esigenze e alle specificità del settore agricolo».
Un limite agli investimenti
Allo stato attuale, infatti, il Fondo non permette alle aziende destinatarie di un finanziamento oggetto di proroghe di poter beneficiare della garanzia per nuove operazioni, ad esempio per investimenti, fin quando non viene chiuso l’altro finanziamento. Questro perché gli eventuali prolungamenti accordati vengono letti e classificati come una condizione di difficoltà.
Supponiamo che un’azienda agricola abbia ottenuto una rinegoziazione di un prestito chirografario, con allungamento del periodo di ammortamento. Mentre è ancora in essere questo prestito vince un bando Psr e per fare gli investimenti previsti dal bando ha bisogno di altra liquidità. Finora questa azienda non può avvalersi della garanzia del Fondo per il secondo prestito che avrà condizioni peggiori (di tasso e quindi costi superiori) rispetto a quelle che avrebbe se il finanziamento fosse coperto dal Fondo di garanzia per le Pmi.
«La modifica dovrebbe essere operativa nel giro di un paio di mesi» ha ipotizzato Bernardini.
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