Dopo la visita dell’amministratore delegato della società Stretto di Messina Spa, Pietro Cicciù a Villa San Giovanni, interviene con alcune riflessioni e domande il segretario cittadino del Partito democratico di Villa San Giovanni, Enzo Musolino
“Il capo della Stretto di Messina Spa (in liquidazione e rediviva), dott. Ciucci, – scrive in una nota il segretario – è stato di nuovo a Villa nei giorni scorsi, ha incontrato sindaca e consiglieri. L’amministrazione ha pubblicato una nota in merito. Facciamo alcune riflessioni, poniamo qualche domanda:
Il potere di Ciucci, su mandato del ministro Salvini, commissaria di fatto lo Stretto e diviene un soggetto “para – istituzionale” che ha l’obiettivo di condizionare e influenzare – dall’alto – l’autonomia del Territorio.
Perché Ciucci viene ora a Villa? Cerca rassicurazioni o le offre? Cosa ha detto ai consiglieri nonostante la bocciatura del progetto? I consiglieri hanno potuto rispondere? C’e’ stato dibattito? Chi ha parlato? Chi è intervenuto?
Posto che, su un tema così importante per Villa e lo Stretto, è sempre bene coinvolgere la cittadinanza in tutte le fasi, perché non sono stati invitati a partecipare i corpi intermedi e le forze sociali che si stanno occupando del tema? Gli espropriandi c’erano? Chi pretende le “porte chiuse”?
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Si parla ora, finalmente, di un deliberato d’aula “politico” sulla questione ponte (noi lo chiediamo da tempo, da quando le “carte” sono state scoperte) e proprio questo aspetto “politico” va specificato meglio e con orgoglio.
Villa, infatti, è sotto attacco: il ruolo del Comune, la volontà dei cittadini, è subordinata a una scelta governativa insensata, pericolosa per la comunità, per l’ambiente, per la salute pubblica.
Le destre hanno deciso che il “mito” ponte debba assorbire tutte le nostre speranze, i progetti urbanistici, lo stesso futuro della nostra Città e dello Stretto.
Nonostante la “fame” di sviluppo, di lavoro, di investimenti, di risorse, di qualità di vita, di cure idonee, di uguaglianza, vengono potenzialmente buttati al macero 14 miliardi di euro che non aggiungeranno nulla, che sottrarranno benessere e salute.
L’alternativa politica a tutto questo è l’agenda progressista, democratica, ambientalista, del nuovo centrosinistra candidato a rappresentare l’alternativa nazionale e locale all’arroganza di Meloni e co. Il primo punto di questa agenda? La lotta all’inquinamento e all’incremento delle malattie oncologiche, il “Porto a Sud”.
L’amministrazione villese, alla vigilia di questa necessaria presa di posizione “politica”, deve muoversi in questa direzione, contribuire a un percorso complesso, difficile ma “necessario” che dovrà giungere a strutturare con più forza l’alternativa culturale e programmatica ai tanti interessi “corporativi” che coagulano – anche sullo Stretto – le forze della conservazione, dello status quo, dei potentati economici indifferenti al bene comune.
Quello che è stato fatto finora non basta, non è stato compreso dalla cittadinanza: le Destre “sipontiste” sono ringalluzzite, più determinate, hanno utilizzato incertezze ed errori per cercare di far dimenticare il ruolo da protagonisti esercitato nella produzione del “dissesto” villese, fino a voler recitare le due parti in commedia, fino a fingersi attendisti sul Ponte, riflessivi, solo per mettere in contraddizione la posizione “istituzionale” fin qui rappresentata dalla Sindaca Caminiti.
Questo è ormai il tempo della Città “decisa”, aperta, nonviolenta, “disobbediente” e libera, nell’ambito dello Stato di Diritto e delle regole. È il tempo delle fasce tricolore in testa ai cortei, delle bandiere di Partito, del protagonismo dei cittadini.
Una cosa è evidente: la Lega Nord, il “capitano” Salvini, la presidente Meloni, il governatore Occhiuto, la camaleontica Forza Italia, stanno rompendo il patto sociale, stanno violentando i territori, hanno utilizzato la “legge” per tacitare l’opposizione, per minacciare il carcere, per zittire i tecnici, per chiudere le commissioni di esperti.
È giusto, quindi, lottare oggi, pacificamente ma risolutamente, per la “Legge” del futuro. O di qua o di la` … tutto il resto – la terzietà, la neutralità, l’ambiguità – fa solo il gioco degli sfascisti”.
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