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Con il nuovo bonus Meloni c’è chi perde 1.000 euro di detrazioni l’anno #finsubito prestito immediato


Con il nuovo bonus Meloni c’è chi perde fino a 1.176 euro tra soldi in meno percepiti e detrazioni fiscali mancate e chi perde fino a 1.000 euro di detrazioni l’anno. Anche se il governo, in più occasioni, ha rassicurato che con la Legge di Bilancio 2025 nessuno subirà tagli, non è proprio così. Si tratta di tagli conseguenti e non apportati dalla Manovra, ma ci saranno diversi lavoratori che perderanno benefici fiscali che potranno incidere anche molto.

Oltre alla perdita delle detrazioni per alcuni familiari a carico, al taglio delle detrazioni per i figli a carico e ai limiti imposti sulle detrazioni per oneri e spese sostenuti, la conferma del taglio al cuneo fiscale porta delle modifiche che non rendono a tutti conveniente la misura. Se per i lavoratori che guadagnano tra i 35.000 e i 40.000 euro, infatti, la novità contenuta nella Legge di Bilancio 2025 è conveniente, per quelli che guadagnano fino a 35.000 euro, in alcuni casi, comporta una riduzione della capienza fiscale (e, di conseguenza, delle detrazioni su oneri e spese spettanti).

Come cambia il taglio del cuneo fiscale nel 2025

Nel 2024 il taglio al cuneo fiscale è riconosciuto come sgravio contributivo per redditi fino a 35.000 euro. Di fatto il beneficio oggi riduce i contributi a carico del lavoratore dipendente, pari al 9,19%, del:

  • 7% per redditi fino a 25.000 euro;
  • 6% per redditi tra 25.000 e 35.000 euro.

Quello che oggi finisce nelle buste paga dei dipendenti, però, non è quanto realmente si risparmia in contributi, visto che l’importo spettante è lordo: il risparmio netto va dai 44 euro (per redditi di 10.000 euro) a 98 euro (per redditi di 35.000 euro).

Al massimo, quindi, nel 2024 sono riconosciuti 1.176 euro circa l’anno al lavoratore.

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Per il 2025, invece, il taglio al cuneo fiscale si trasforma in:

  • trattamento integrativo per chi ha redditi fino a 20.000 euro;
  • in un aumento della detrazione per reddito da lavoro dipendente per chi guadagna da 20.000 a 40.000 euro l’anno (fino a un importo massimo di 1.000 euro l’anno).

Chi ci perde in detrazioni con il bonus Meloni?

Per chi ha redditi fino a 20.000 euro non cambia molto, essendo riconosciuto il beneficio come trattamento integrativo. Per redditi tra 28.000 e 32.000 è riconosciuto un aumento delle detrazioni da lavoro pari a 1.000 euro. A 32.000 euro di reddito e fino a 40.000 euro annui, l’importo del beneficio si riduce e non è più pari a 1.000 euro. Per il calcolo si applica la formula

1.000 * [(40.000 – Reddito complessivo)]/8.000

Per chi ha redditi superiori a 35.000 e inferiore a 40.000 euro, c’è da sottolineare, la novità comporta un guadagno, visto che questi erano i lavoratori esclusi nel 2024 dal taglio al cuneo fiscale.

Chi va a perderci, indirettamente, sono i redditi compresi tra 20.000 e 35.000 euro poiché vedono abbassarsi la capienza fiscale e hanno diritto, quindi, a detrazioni minori. Essendo aumentata, infatti, la detrazione per lavoro dipendente in busta paga, questa si sottrae in automatico dall’imposta lorda per la determinazione di quella netta che sarà quindi, più bassa. Le detrazioni sugli oneri e spese si hanno fino a concorrenza della capienza fiscale (l’irpef netta dovuta).

Per comprendere come il nuovo bonus agisce facciamo qualche esempio pratico.

Un lavoratore che percepisce reddito da lavoro pari a 22.000 deve versare un’imposta lorda pari a 5.060 euro. Dall’imposta lorda deve sottrarre le detrazioni per lavoro dipendente che si calcolano applicando la seguente formula:

1.910 euro + 1.190 euro *(28.000 euro – reddito complessivo)/13.000 euro (formula da applicare per redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro).

Di conseguenza la detrazione da lavoro spettante è pari a:

1.910 euro + 1.190 *(28.000 – 22.000)/13.000 = 2.459 euro.

Nel 2024 questo lavoratore avrebbe avuto un’imposta netta da pagare pari a 2.600 euro circa e 1.000 euro di taglio al cuneo fiscale netti in busta paga, la sua capienza fiscale, quindi, era di 2.600 euro.

Nel 2025 la detrazione da lavoro è aumentata dei 1.000 euro di bonus Meloni lasciando l’imposta netta da pagare pari a 1.600 euro e la capienza fiscale di pari importo dando diritto a detrazioni minori (1.000 euro in meno).

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Facciamo un altro esempio.

Un lavoratore con reddito di 34.000 euro paga una imposta del:

  • 23% sui primi 28.000 euro (6.440 euro);
  • 35% sui restanti 6.000 euro (2.100 euro).

Dall’imposta lorda di 8.540 euro si sottrae la detrazione per lavoro dipendente che per redditi superiori ai 28.000 si calcola con la seguente formula:

1.910 euro(50.000 – reddito complessivo)/22.000

1.910 *(50.000-34.000)/22.000 = 1.390 euro.

Nel 2024 l’imposta netta dovuta è pari a 7.150 e così anche la capienza fiscale (si possono detrarre fino a 7.150 euro).

Nel 2025, invece, la detrazione è aumentata del taglio al cuneo fiscale per un importo calcolato tramite la seguente formula (questa formula si applica solo per redditi tra 32.000 e 40.000 euro):

1.000 *

40.000 – Reddito complessivo

/8.000

1.000*

40.000-34.000

/8.000= 750 euro.

L’imposta netta dovuta, quindi, si ottiene sottraendo dall’imposta lorda la detrazione aumentata di 750 euro, l’imposta netta dovuta è pari a 6.400 euro, la capienza fiscale si riduce di 750 euro dando luogo a meno detrazioni.

Il problema dei rimborsi più bassi

Se per chi ha reddito superiore a 35.000 il problema non si pone, perché quanto si perde a livello di detrazioni si guadagna dal taglio al cuneo fiscale mensilmente in busta paga, per chi ha redditi tra 20.000 e 35.000 euro il taglio al cuneo fiscale, già percepito l’anno precedente, si trasforma in detrazione fiscale andando a dare luogo a una capienza fiscale minore.

Facciamo un esempio per comprendere come può impattare questa cosa.

Un lavoratore con reddito di 29.000 euro deve versare un’imposta lorda di 6.790 euro e un’imposta netta (sottratta la detrazione da lavoro dipendente di 1.823 euro) di 4.967 euro.

Il lavoratore ha ristrutturato casa nel 2023 spendendo 96.000 e avendo diritto a una detrazione al 50% spalmata su 10 anni dei 48.000 euro spettanti. La detrazione spettante annualmente è pari a 4.800 euro. Nel 2024 il lavoratore, che ha solo questa detrazione di oneri e spese, ha ricevuto un rimborso di 4.800 euro, pari alla detrazione spettante.

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Cosa accade a questo stesso lavoratore nel 2025? L’imposta netta si raggiunge sommando alla detrazione da lavoro i 1.000 euro del nuovo taglio al cuneo fiscale e si ha un’imposta netta pari a 3.967 euro. Quando il lavoratore, in sede di 730, va ad applicare la detrazione spettante per la ristrutturazione non ha capienza fiscale per i 4.800 euro spettanti e potrà recuperare un importo pari alla sua capienza fiscale, ovvero 3.967 euro con una perdita di 833 euro. Se si moltiplica l’importo per i 9 anni di detrazioni che otterrà in questo modo ci rimetterà 7.497 di oneri e spese che non avrà potuto recuperare per intero.



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