La deputata Roggiani: «Colpito il trasporto pubblico locale, che è già in sofferenza»
Sette milioni di euro in meno per il prolungamento della linea rossa a Monza Bettola. Il taglio arriva con la finanziaria del governo. A denunciarlo è la deputata Pd, Silvia Roggiani: «La manovra — attacca la segretaria regionale dem — colpisce anche il trasporto pubblico locale, oggi già in grande sofferenza, sia sul fronte degli investimenti che della spesa per il personale e la gestione ordinaria. A fronte di un aumento del fondo di 120 milioni, troviamo nelle pieghe del bilancio un taglio, solo per la metro di Roma, di 125 milioni nel triennio. Ma il governo colpisce anche la Lombardia, sottraendo 7 milioni di euro all’accordo di programma per il prolungamento della metropolitana da Milano a Monza e 3 milioni destinati alla metropolitana leggera di Brescia. A tutto questo si aggiungono ulteriori tagli come quello al fondo per gli investimenti nei mezzi pubblici di nuova generazione, come gli autobus elettrici e meno inquinanti, indispensabili per ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita nelle nostre città».
Storia infinita quella del prolungamento della rossa. Ad aprile 2023 l’impresa che aveva vinto l’appalto per i lavori ha risolto il contratto visto che non poteva proseguire l’intervento a causa della mancata realizzazione della fermata di Monza Bettola (che in realtà si trova a Cinisello). La società immobiliare che avrebbe dovuto realizzare la fermata di Monza Bettola e il relativo grande magazzino in superficie, non ha realizzato i lavori e ha di fatto bloccato i cantieri per tutta l’opera.
A maggio 2023 il Comune di Milano scrive a tutti i comuni interessati al metrò dicendo che «ritiene opportuno svincolare l’esecuzione dell’opera pubblica prevista dall’Accordo di Programma — che ha prodotto nei fatti un fermo cantiere che si è protratto per oltre 5 anni — e portarla in capo ad un unico appaltatore, previa procedura di aggiudicazione da bandirsi una volta reperiti gli ulteriori e necessari fondi alla sua ultimazione dal ministero e-o dagli enti territorialmente interessati». In questo modo si toglie la realizzazione della fermata all’impresa «del centro commerciale» per affidarla con gara d’appalto a una nuova impresa che possa terminare i lavori.
Ovviamente i costi aggiornati al 2023 sono più alti. E così arriviamo all’altro intoppo. A febbraio di quest’anno, Palazzo Marino scrive al ministero delle Infrastrutture per sollecitare il rifinanziamento del prolungamento della M1: gli extracosti arrivano alla cifra di 38 milioni portando così il costo complessivo a 212 milioni di euro. Avere quei soldi è la condizione sine qua non «per la conclusione dell’opera». Che comunque non ha tempi brevi: 14 mesi per la gara, cui si sommano altri due anni e mezzo per la messa in esercizio. Quindi, operatività, se va bene, solo nel 2027. Significa 16 anni per due fermate. A giugno arriva la copertura: 20 milioni dalla legge Obiettivo e altri 18 con l’approvazione in commissione Bilancio dell’emendamento al dl Coesione proposto dal senatore leghista Massimiliano Romeo. Adesso, arrivano i nuovi tagli, 7 milioni in meno in tre anni: due milioni rispettivamente nel 2025 e nel 2026, tre nel 2027.
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