Una vicenda di sfruttamento di manodopera illegale, 12 lavoratori cinesi che nel capannone dove confezionavano capi per griffe famose, anche mangiavano e dormivano: il caso scoperto a Samarate dalla Guardia di finanza del comando provinciale di Varese conferma purtroppo il drammatico fenomeno, che si nasconde anche nel varesotto e che può essere contrastato solo con controlli efficaci. Lavorare per pochi euro, sfruttati, mangiare e dormire in spazi angusti, anche con i figli, due bambini nella vicenda di Samarate, in assenza di condizioni igienico – sanitarie a norma, privati di una casa dignitosa, di un lavoro dignitoso, operai senza diritti. Fantasmi sociali che tali dovevano rimanere se i finanzieri non fossero intervenuti. E questo nel cuore del varesotto, terra industriale per vocazione, con tante eccellenze nell’industria accanto alle quali, nascoste, operano attività illegali che si avvalgono del caporalato e calpestano diritti e dignità sfruttando manodopera pagata pochi euro all’ora. Nel capannone di Samarate gli operai cinesi confezionavano abbigliamento di alcuni capi di lusso pagati 8 euro ciascuno ma che sarebbero stati venduti a 400 euro in boutique. Sulla vicenda ieri è intervenuto il senatore del Pd Alessandro Alfieri. “Bisogna potenziare l’attività dei controllo degli ispettori. Sui diritti e la tutela dei lavoratori non facciamo abbastanza” ha detto.
“Grazie al lavoro di indagine delle Fiamme Gialle del comando provinciale di Varese apprendiamo che anche nella nostra provincia ci sono realtà che si avvalgono del caporalato – ha continuato – Una piaga che colpisce da nord a sud e per la quale non facciamo ancora abbastanza in termini di prevenzione e repressione, a Samarate, come in altre parti d’Italia, gli episodi di caporalato colpiscono le fasce più vulnerabili della società, come immigrati o minori, che privi di ogni conoscenza sui loro diritti si ritrovano quotidianamente a svolgere turni massacranti di lavoro in condizioni igienico sanitarie indegne per qualsiasi paese civile. È necessario potenziare l’attività di controllo degli ispettorati del lavoro e promuovere iniziative di formazione sui diritti dei lavoratori”. L’amministrazione comunale samaratese è intervenuta nell’immediato con la Polizia locale e i tecnici per il sopralluogo nel capannone. “L’attività – ha detto il sindaco Alessandro Ferrazzi – avviata da alcuni mesi non era stata denunciata al SUAP, pertanto il fabbricato poteva risultare vuoto, invece quanto emerso è davvero molto grave”. Sui minori che vivevano lì con le famiglie, ha spiegato il sindaco, “l’emergenza si è presentata per una mamma con il figlio dodicenne, le abbiamo assicurato la prima accoglienza”.
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