Quando abbiamo scritto delle Due Forchette Gambero Rosso, Giacomo Devoto ce l’aveva detto: ora arriveranno altri premi, vi farò sapere. Uno, con tripletta per i suoi locali, a Golosaria per IlGolosario 2025, uno ieri, dal Teatro Pavarotti di Modena, per la sua (e nostra) prima stella Michelin. Ma grande. La premiata è la Locanda de’ Banchieri di Fosdinovo, il ristorante a cui Giacomo si dedica – in cui vive – costantemente.
Il ristorante che lui ha aperto nel 2020, dopo tre anni di ristrutturazione. Nel 2021 la cucina, nel 2020 le camere. Se si cerca in Facebook viene fuori bed & breakfast, ma – possiamo dire – questo potrebbe ingannare. Situato sulle colline di Fosdinovo, ampio spazio di verde e di luce, la Locanda de’ Banchieri è un progetto eno-gastronomico che si muove e cresce come organismo vivente.
Al centro sono: l’ospitalità, l’amore per il territorio, l’attenzione al recupero e al sostenibile. Giacomo ci spiega che lui fa funzionare l’intera struttura con 15 kilowatt, un sistema di pannelli fotovoltaici e solari, riscaldamento a pavimento, pompe di calore. Che il ristorante ha la propria azienda agricola a supporto, che si lavorano solo ortaggi e prodotti di stagione (con orto a rotazione e olio d’azienda da 600 piante, leccino e razzola, extra-vergine, ovviamente). C’è l’idea del circolare, insieme alle altre cose. In tutto e per tutto racconto di Lunigiana, ma senza cadere nel (solo) tradizionale – perché Giacomo è attento al mondo, al nostro essere in trasformazione, la sua cucina sposa e fa sposare storia, storia, con le molteplici, dinamicissime evoluzioni (tecniche, preparazioni) contemporanee. Forse per questo viene premiato oggi dalla Guida Michelin, entra nell’ordine dei migliori ristoranti del mondo, insieme ad altri (soli) 393. Insieme a (solo) 36 new entry italiane. Per Giacomo è bellissimo, importante. È certificazione del lavoro di vent’anni: dalla Valle d’Aosta da cui è partito diciottenne. A esser premiata, lui crede, dice convintamente, quell’idea di accoglienza come vocazione. I clienti sono, restano la cosa più importante. Giacomo li accoglie con la sua cucina, con un’idea che è esperienza, micro-mondo, visione.
Ogni chef dovrebbe muoversi per questo, fare cucina non è semplice lavorare. Mentre parla si sente la sua emozione. Possiamo dire? Per forza. Non solo per l’approdo in stelle. Il suo ristorante è infatti per la Lunigiana la prima stella Michelin di sempre. Per la provincia di Massa Carrara la seconda dopo il fu Ninan. È gioia pura e festa, festa grande, feste. A premiarsi cioè, si sente, non è solo lui con i suoi piatti, ma anche – dice, in qualche modo, a noi piacerebbe – la bellezza, le eccellenze del lunigianese.
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