Intervista al giornalista economico e saggista americano: “Occhio a Elon Musk. È come gli oligarchi russi per Putin. I dazi? Peggioreranno le cose anziché risolvere i problemi”.
“La gente crede a quel che vede”. È lapidario il giornalista economico americano Alan Friedman nell’analizzare il voto americano che ha incoronato Donald Trump come 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Soprattutto lo è nell’analizzare perché, nonostante l’economia statunitense cresca del 3%, gli elettori della Rust Belt – la cintura di ruggine di cui fanno parte Wisconsin, Michigan e Pennsylvania, dove un tempo c’era il grosso dell’industria americana – ha voltato le spalle ai democratici e all’amministrazione Biden.
E cosa vede la gente, Friedman?
La gente vede che la benzina costa di più. Vede le aziende che non ci sono più. Vede i posti di lavoro che sono sempre meno.
Sbagliano?
Sbagliano a credere a Trump. Quando Trump dice che inflazione è colpa di Biden e Harris, la gente ci crede. Quando dice che i tassi d’interesse che crescono sono colpa di Biden e Harris la gente ci crede. Sono tutte falsità, ovviamente, ma la gente ci crede.
Perché ci credono?
Perché le persone non hanno gli strumenti per capire la teoria economica. Ma sanno chi sono: sono le vittime della globalizzazione. Sono il pezzo di ceto medio che vuole pagare meno tasse. Sono arrabbiati e cercano risposte rassicuranti. E Trump è stato abilissimo a dare quelle risposte.
Tra le risposte ci sono i dazi nei confronti delle esportazioni. Basteranno a ridare ricchezza e sicurezze sociali a quei ceti impoveriti…
Non scherziamo. Trump non ha mai capito il meccanismo dei dazi. Lui sostiene che coi dazi il governo americano avrò un sacco di soldi. In realtà i dazi si scaricano sul prezzo che pagheranno i consumatori…
Di fatto, faranno aumentare ancora di più i prezzi…
Si, i dazi aiutano l’inflazione. Non c’è mai stato protezionismo che non ha fatto crescere l’inflazione e non ha fatto calare il prodotto interno lordo. Succederà anche stavolta.
I dazi sulle esportazioni verso gli Usa potrebbero fare male pure a noi…
Io credo che Trump farà una forte guerra commerciale contro la Cina, ma arriverà anche a minacciare l’Europa. La politica dei dazi potrebbe colpire l’export europeo e italiano.
E questo per noi significa?
Calo delle esportazioni, dell’occupazione e della crescita del prodotto interno lordo.
È l’unico problema che potrebbe causarci Trump?
No, ne vedo almeno altri due. Il primo: perché sostenendo autocrati come i suoi amici Putin e Orban mina alle fondamenta i valori democratici dell’Occidente. Il secondo: perché darà carta bianca a Netanyahu.
A proposito di amici di Trump: che ne pensa di Elon Musk?
Elon Musk è una persona molto controversa. Molti ne parlano come un genio per Tesla e SpaceX, ma oggi è diventato un tycoon fascista e filoputinano. Accanto a Trump, le sue attività oscure e problematiche potranno solo moltiplicarsi. Musk vuole potere e contratti. Ora la Nasa dipende dai razzi di Musk e Musk è nella posizione di ricattare l’America.
C’è anche un discreto conflitto d’interessi, no?
Il suo conflitto d’interesse è grande come una casa: un tycoon miliardario che diventa il Raspuntin di Trump è una tragedia, un incubo. Musk sta a Trump come gli oligarchi russi stanno a Putin.
Lei ha recentemente pubblicato un libro che si intitola “Il declino dell’impero americano”.
Il declino americano non è solo colpa di Trump, ma sta in decenni di errori in politica esteri. Le guerre di bush, la malagestione di Obama delle primavere arabe, l’isolazionismo filoputiniano del primo Trump, il ritiro dall’Afghanistan e l’impotenza geopolitica di Biden. Ora ci sono sfide globali enormi, e l’America si ritrova nel mezzo, incapace di gestirle. Oggi i grandi Paesi dalla Russia alla Cina, dall’Arabia al Brasile si stanno guardando attorno e provano a giocare una partita indipendente dagli Usa. Le divisioni interne in seno agli Usa acuiranno questa processo.
Secondo lei Trump come inciderà su questo declino?
Trump ritirerà gli Usa da tantissimi tavoli multilaterali e proseguirà sulla strada dell’isolamento. E se l’America abdica e si ritira, farà un danno enorme a se stessa come leader del mondo. Altro che “great again”.
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