L’AQUILA . Si restringe la platea di chi potrà andare in pensione anticipata nel 2025. Anche il prossimo anno si potrà uscire con la pensione anticipata ordinaria e di vecchiaia, con Ape Sociale e Opzione Donna, con Quota 103 e con la pensione anticipata contributiva. Ma la Manovra di bilancio ha introdotto qualche novità. I requisiti per le pensioni flessibili e per quelle ordinarie restano quasi invariati, con una sola modifica inserita in Manovra: fino a 16 mesi di anticipo sul requisito anagrafico per le donne che ricadono, per intero, nel sistema di calcolo della pensione contributivo e che sono madri di almeno 4 figli. In questa guida vediamo tutti i nuovi requisiti necessari per lasciare il mondo del lavoro, gli strumenti per ritirarsi e le rispettive decorrenze.
PENSIONE DI VECCHIAIA. La pensione di vecchiaia spetta ai dipendenti e autonomi che abbiano maturato 20 anni di contributi e 67 anni di età. Per chi rientra nel sistema contributivo, come importo soglia viene richiesto di aver maturato una pensione almeno pari all’assegno sociale, che per quest’anno corrisponde a 598,60 euro. Anche nel 2025 restano applicabili le deroghe ai requisiti ordinari, che riguardano i lavori gravosi e usuranti: in questo caso i lavoratori vanno in pensione di vecchia con quota 97,6 (61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contributi), se dipendenti, e con quota 98,6 (62 anni e 7 mesi con 35 anni di contributi), se autonomi.
PENSIONE ANTICIPATA. Anche nel 2025, la legge Fornero permette di andare in pensione anticipata ordinaria con un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Per l’accesso alla pensione anticipata ordinaria è prevista una finestra mobile che fa slittare il primo rateo di pensione di 3 mesi dalla maturazione dei requisiti. La Quota 103, per chi matura i requisiti (62 anni età e 41 contributi) entro il 31 dicembre 2024, impone di accettare un assegno pari al massimo a 4 volte il minimo fino a 67 anni. Inoltre, l’assegno viene ricalcolato interamente con il sistema contributivo, perdendo la valorizzazione della quota retributiva del proprio montante. Si allungano le finestre mobili di uscita: 7 mesi per i dipendenti e 9 mesi per gli autonomi. . Per quanto riguarda Opzione donna, il prossimo anno le lavoratrici del pubblico e del privato possono andare in pensione con 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2024, se hanno anche 61 anni di età, con lo sconto fino a due anni con due o più figli e un anno con un figlio.
Ma l’assegno viene interamente ricalcolato con il metodo contributivo.
QUOTA 41 E APE SOCIALE. I cosiddetti lavoratori precoci, che prima dei 19 anni di età avevano già maturato almeno 12 mesi di contributi, possono andare in pensione anticipata con Quota 41 ovvero con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica, sia per uomini che per donne.
Si tratta di una misura strutturale, invariata anche per il 2025. Tuttavia, c’è una penalizzazione indiretta per i dipendenti pubblici ex Inpdap: trattandosi di una pensione anticipata, per questi lavoratori si attua un ricalcolo della quota retributiva, con un taglio sull’assegno finale se ricadono nel sistema misto.
Rinnovata anche l’Ape Sociale con le stesse regole 2024, quindi per le stesse categorie di addetti a mansioni gravose. I requisiti richiesti sono: 63 anni e 5 mesi di età, oltre ai 30 anni di contributi, oppure 36 per coloro che accedono come lavoratori addetti a mansioni gravose o usuranti. Bisogna, inoltre, rientrare in una di queste categorie di lavoratori: disoccupati involontari senza sussidio, caregiver per assistenza da 6 mesi del coniuge, disabili pari almeno al 74% o addetti a lavori gravosi da almeno 6 anni nell’arco degli ultimi 7 anni. (m.p.)
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