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ricatti, bufera su capo staff Netanyahu #finsubito prestito immediato


Tzachi Braverman nella bufera. Il capo dello staff del premier israeliano Benjamin Netanyahu è stato indicato come il funzionario coinvolto in un presunto ricatto a un ufficiale di alto grado della segreteria militare nell’ufficio del primo ministro, riportano i media israeliani riguardo il caso di un sospetto ricatto – con video sensibili – per modificare i verbali delle riunioni in tempo di guerra. Stando a quanto si legge sul Times of Israel, a fare il nome di Braverman per prima è stata l’emittente pubblica Kan, sostenendo anche che le immagini in questione siano state registrate da telecamere di sicurezza nell’ufficio del premier e che altri dipendenti dell’ufficio di Netanyahu le abbiano viste.

Per Braverman si tratta di “diffamazione” e di “falsità”. “E’ tutta una bugia dall’inizio alla fine – ha detto -. L’obiettivo è colpire me e l’ufficio del premier nel mezzo della guerra”. Diversi mesi fa, secondo le notizie del giornale, l’ufficio del capo di Stato Maggiore Herzi Halevi era stato informato del fatto che l’ufficio del premier era in possesso di immagini personali riguardo un ufficiale delle Idf e ne stava facendo un uso inadeguato.

Netanyahu: “Parlato 3 volte con Trump negli ultimi giorni, d’accordo su Iran”

Netanyahu ha reso noto di aver parlato per tre volte negli ultimi giorni con Donald Trump. Questo, almeno, quanto il premier ha riferito durante una riunione del governo, come riporta il Jerusalem Post. “La vediamo allo stesso modo sulla minaccia iraniana”, ha affermato Netanyahu.

Mentre martedì prossimo il presidente israeliano Isaac Herzog sarà ricevuto da Joe Biden alla Casa Bianca. Lo ha reso noto l’ufficio del presidente israeliano.

Raid su Jabalya, “almeno 33 morti”

Sarebbe intanto di almeno 33 morti, compresi 13 minori, il bilancio provvisorio di un raid aereo che ha colpito Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo denuncia l’agenzia palestinese Wafa, secondo cui jet israeliani hanno bombardato e raso al suolo una casa nella zona centrale della città, dove si trovavano molte persone e anche sfollati. Stando alle notizie riportate dall’agenzia, le 33 vittime sono tutti civili. La Wafa parla di “un numero significativo di feriti”, che però non viene precisato, e di molte persone che sarebbero sotto le macerie.

Raid anche in Libano, “almeno 23 morti” a Beirut

Si aggrava ancora e sale ad almeno 23 morti, compresi sette “bambini”, il bilancio del israeliano che ha colpito un’abitazione nella località di Aalmat, a nord della capitale libanese Beirut. Lo denuncia il ministero della Salute libanese, come riporta L’Orient Le Jour. Il giornale libanese precisa che si tratta di un bilancio ancora provvisorio. I feriti sono almeno sei.

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Il Qatar conferma intanto di aver sospeso la mediazione tra Israele e Hamas sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. E fa sapere che “riprenderà i suoi sforzi con i partner quando le parti dimostreranno la loro volontà e serietà nel porre fine a una guerra brutale e alle sofferenze dei civili causate da condizioni umanitarie catastrofiche nella Striscia”. E’ quanto si legge in una dichiarazione del portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, dopo una giornata di indiscrezioni e smentite sul ruolo di Doha e sulla chiusura degli uffici di Hamas nella capitale dell’emirato.

Il Qatar, si legge nel comunicato in cui si definiscono “inaccurate” le notizie su un ritiro dalla mediazione, “ha notificato alle parti dieci giorni fa, durante gli ultimi tentativi di raggiungere un accordo, che avrebbe sospeso i suoi sforzi di mediazione non fosse stata raggiunta un’intesa in quel round”.

Emiro Kuwait riceve presidente Emirati

E’ in Kuwait per colloqui con l’emiro, Sheikh Mishal Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah, il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan. Lo riferisce l’agenzia emiratina Wam, sottolineando che i due leader hanno parlato di temi legati alle relazioni bilaterali e degli sviluppi nella regione e a livello internazionale, in particolare della situazione in Medio Oriente, nella Striscia di Gaza e in Libano, con la “necessità di intensificare gli sforzi per impedire un allargamento del conflitto”.

Hanno evidenziato, si legge, “l’importanza di rafforzare il lavoro a livello internazionale” per arrivare a un cessate il fuoco a Gaza e in Libano e sottolineato l’importanza di “fermare le ostilità a Gaza, con la priorità di garantire piena protezione per i civili in linea con il diritto umanitario internazionale”. I due leader hanno insistito sulla soluzione dei due Stati. E, sul Libano, hanno riaffermato “la posizione ferma” volta a “tutelare l’unità, la sovranità e l’integrità territoriale” del Paese dei Cedri e “il loro impegno a restare al fianco della popolazione libanese in tutte le circostanze”.

Houthi: sette raid Usa-Gb su siti militari

Sul versante Yemen, la tv Al Masirah, affiliata agli Houthi, ha riferito che caccia della coalizione Usa-Gran Bretagna hanno condotto sette attacchi aerei su obiettivi nel nord dello Yemen controllato dagli Houthi. Secondo la tv, gli attacchi hanno preso di mira siti militari nella capitale Sanaa e nella provincia settentrionale di Amran. La nuova offensiva è arrivata poche ore dopo la notizia di ieri sera di tre attacchi aerei della coalizione su altri siti a Sanaa. La coalizione non ha ancora commentato gli attacchi, ma gli abitanti della capitale yemenita hanno riferito di forti esplosioni udibili in tutta la città.

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