Salvini: delinquenti rossi hanno dato la caccia al poliziotto. Tajani: vicinanza agli agenti. Ugolini contro Clancy: sbalordisce che ci fosse la vicesindaca
È un coro di solidarietà nei confronti degli agenti delle forze dell’ordine aggrediti nel corso della manifestazione antifascista di ieri, sabato 9 novembre, quello che si alza dalle stanze del governo. «A Bologna ancora una volta le forze di polizia, schierate a difesa della sicurezza pubblica e della libertà di manifestare, sono state oggetto di vergognose aggressioni e violenze da parte di gruppi di facinorosi. A loro va la mia più convinta solidarietà». Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che lancia un appello alla società civile: «Confido che tutte le forze politiche e sociali del Paese, senza tentennamenti o speciosi distinguo — sottolinea — sappiano prendere le distanze da comportamenti pericolosi ed inaccettabili in democrazia». Il riferimento sembra diretto a chi, a sinistra, si è espresso con altri toni e altri argomenti sul tema.
Bignami: violenza inaccettabile
Decisamente più duro il commento del ministro dei Trasporti Matteo Salvini: «Da Bologna arrivano immagini indegne — attacca — dove nel 2024 centinaia di delinquenti rossi hanno dato la caccia al poliziotto nel centro di Bologna: quelli non sono manifestanti di sinistra, quelli sono criminali Rossi il cui posto giusto è la galera non sono le strade di Bologna». Esprime vicinanza agli agenti feriti, invece, il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, dal canto suo, va all’attacco di antagonisti e collettivi protagonisti degli scontri sulla scalinata del Pincio. «Per quanto le idee possano essere distanti — prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia — a tutti deve essere garantita la possibilità di esprimerle. Come va consentito ai cittadini di manifestare disagio per quanto sta avvenendo senza essere malmenati, come invece accaduto a un passante. Fatto inaccettabile come inaccettabile la violenza ai danni delle forze dell’ordine». Sulla stessa lunghezza d’onda il sindacato di polizia Coisp: «Quanto accaduto a Bologna —sostiene il segretario generale Domenico Pianese — rappresenta un attacco deliberato e vile contro lo Stato. È inaccettabile e oltraggioso che gli agenti debbano affrontare aggressioni premeditate da parte di gruppi di antagonisti che, dietro la maschera dell’ideologia, seminano caos e distruzione».
Ugolini: «Sbalordisce che ci fosse la vicesindaca»
A sfilare con i collettivi antifascisti sono stati la vicesindaca Emily Clancy e il consigliere comunale di Coalizione Ciivica Detjon Begaj: «Questo è il risultato del dare la piazza ai fascisti», tuona lo stesso Begaj. Ma la presenza dei due esponenti del centrosinistra scatena la candidata alle Regionali Elena Ugolini («Sbalordisce che ci fosse la vicesindaca») e l’opposizione in consiglio comunale: sia la Lega che Fratelli d’Italia chiedono le dimissioni di entrambi, perché sostengono «continuano a preferire i cortei più violenti al lavoro a cui il loro ruolo istituzionale li chiamerebbe». In realtà nel Carroccio locale le posizioni sono più sfumate: se il capogruppo Matteo Di Benedetto si associa ai meloniani nella richiesta di dimissioni, il consigliere Giulio Venturi pur criticando «i contromanifestanti di sinistra», pone anche la questione dell’opportunità di consentire il presidio di piazza XX Settembre: «Se il corteo dei fascisti non fosse stato autorizzato — evidenzia — gli agenti che oggi hanno dovuto ricorrere ai manganelli contro gli studenti e contenere i facinorosi avrebbero potuto invece impiegare il loro tempo per garantire maggiore sicurezza contro borseggi e rapine». Tesi condivisa dal senatore di Azione Marco Lombardo: «È stato un errore e una provocazione politica concedere quella piazza», taglia corto. La chiosa è proprio di Casapound che a fine giornata attacca gli avversari: «Qualcuno vuole alzare la tensione — fanno sapere — noi abbiamo il diritto di manifestare».
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