A pochi giorni dalle elezioni regionali in Emilia-Romagna, emerge un dato significativo da un sondaggio di BiDiMedia commissionato dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar): il 77% dei cittadini emiliano-romagnoli ritiene che le istituzioni debbano promuovere l’opzione “Stato / Calamità Naturali” nell’8×1000, in modo che i fondi possano essere utilizzati per affrontare emergenze come le recenti alluvioni. Il 45% di essi considera questa una priorità per il Paese, indicando una crescente attenzione pubblica sulla gestione dei fondi destinati a calamità naturali.
Richiesta di azione concreta da parte della Regione
Oltre tre quarti degli intervistati – l’81% – chiedono che la Regione Emilia-Romagna si attivi per coordinare i Comuni colpiti e rendere accessibili questi fondi. Il sondaggio rivela inoltre che, secondo il 70% dei cittadini, un’azione coordinata avrebbe dovuto essere intrapresa già in seguito all’alluvione del 2023. Solo l’8% si è opposto all’idea, in quanto teme che questo ridurrebbe i finanziamenti per la Chiesa cattolica e altre confessioni religiose.
Dure critiche verso l’inerzia politica
Roberto Grendene, segretario nazionale dell’Uaar, ha criticato la mancanza di azione delle istituzioni, definendo il loro silenzio come una «sudditanza alla Chiesa cattolica». «Hanno parlato molto dei fondi Pnrr, quasi tutti prestiti da restituire con interessi, mentre l’8×1000, che è una risorsa statale, sembra intoccabile, poiché alimenta le gerarchie ecclesiastiche», ha dichiarato Grendene.
Poca informazione sui fondi destinati allo Stato
Il sondaggio rivela anche una carenza di informazione: solo il 23% dei contribuenti conosceva l’opzione “Stato / Calamità naturali” al momento della dichiarazione dei redditi. Una percentuale significativa, il 52%, avrebbe preso in considerazione questa scelta se informata.
Tendenze e richieste di riforma dell’8×1000
L’8×1000 rappresenta circa 1,4 miliardi di euro l’anno, con un calo delle preferenze per la Chiesa cattolica (che ha ricevuto il minimo storico di 911 milioni nel 2024) e una crescita costante per la scelta dello Stato, che ha raggiunto i 340 milioni. L’Uaar, intanto, rinnova la richiesta di abolire il meccanismo dell’8×1000, sostenendo che le confessioni religiose dovrebbero essere finanziate dai fedeli, non dallo Stato.
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