Nel 2024 sono stati affidati solo il 5% degli appalti messi in gara; nel 2023 degli appalti i cui bandi sono stati pubblicati circa il 74% sono stati aggiudicati.
E’ quanto ha reso noto l’Anac che martedì scorso ha pubblicato una tabella riassuntiva dei dati da cui emerge che per gli appalti avviati nel 2023 è arrivato all’affidamento il 74% del valore appaltato. Per quelli avviati nel 2024, invece, soltanto il 5% è stato aggiudicato. Difficile rispettare la scadenza del 2026 se il 95% delle gare 2024 non è stata ancora aggiudicata.
Va però considerato che il dato 2024 risente delle gare più recenti, tuttora in corso, e dell’ormai consueta lentezza delle procedure che, sia pure snellite, non si risolvono in rapide aggiudicazioni, se si eccettuano le procedure per affidamenti diretti.
A tale proposito va messo in evidenza che il report dell’Autorità presieduta da Giuseppe Busia non comprende gli affidamenti diretti, i contratti di adesione ad accordo quadro/convenzione e le procedure deserte o che comunque non hanno avuto esito.
Nel 2023 sono state 162480 gli avvisi e bandi pubblicati dalle amministrazioni per un totale di oltre 57,6 miliardi, di cui 37 sono la quota riguardante i lavori. Mentre circa 9,7 miliardi sono stati messi in gara nel settore dei servizi e 10,6 in quello delle forniture. Dalle tabelle Anac emerge che di queste 98033 procedure non sono ancora arrivate a conclusione e riguardano poco più di 15 miliardi di cui 2,8 circa per forniture, 6,7 per lavori e 5,4 circa per servizi.
Nel 2024 invece sono stati emessi 6610 bandi e avvisi per un totale di 21,5 miliardi circa di cui oltre 13,5 miliardi di lavori, 2,5 di servizi e 5,4 circa di forniture. Sostanzialmente quest’anno quasi nulla è successo se è vero che dei 21,5 miliardi non ne sono stati aggiudicati 20,4. Il che porta l’Anac a dedurre che soltanto il 5% dei bandi si è perfezionato con provvedimenti di aggiudicazione.
A luglio scorso il ministro Fitto illustrando la quinta relazione sullo stato di attuazione del Pnrr aveva affermato: “al 31 dicembre 2023, la spesa per il Pnrr era di 42 miliardi di euro, oggi sono 51.4 miliardi, con un avanzamento di circa 10 miliardi rispetto al dicembre dello scorso anno. Abbiamo individuato misure che sono oggetto di procedure di selezione e assegnazione delle risorse per 164 miliardi sui 194, cioè 85% dei fondi del Pnrr a disposizione”.
Sui tempi di aggiudicazione peraltro esiste anche una disciplina precisa nel codice dei contratti pubblici che prevede, all’allegato I.3 al Codice alcuni termini massimi (con possibilità di proroga variabile da uno a tre mesi) entro cui devono concludersi le gare di appalto, distinguendo a seconda che debbano essere aggiudicate secondo il criterio dell’Offerta economicamente più vantaggiosa (procedura aperta: nove mesi; procedura ristretta: dieci mesi; procedura competitiva con negoziazione: sette mesi; procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara: quattro mesi) o secondo il minor prezzo (procedura aperta: cinque mesi; procedura ristretta: sei mesi; procedura competitiva con negoziazione: quattro mesi; procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara: tre mesi), decorrenti dalla data di pubblicazione del bando o dell’invito, fino all’aggiudicazione.
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