diDonato Mongatti
Nuova Fiesole in ritardo e weekend con i cantieri fermi. La svolta col secondo lotto?
«Lo stadio cantiere per noi è un danno, non solo economico». Le parole del dg della Fiorentina Alessandro Ferrari riaprono il dibattito sul Franchi dopo qualche settimana di calma apparente. E dopo gli scontri del passato, ricomposti dopo il cambio di amministrazione, ora sono i tempi di completamento a preoccupare il club.
Per questo il Comune e la Fiorentina stanno collaborando per consentire intanto alla squadra viola di rimanere a giocare allo stadio Franchi. Nell’incontro di inizio ottobre tra la sindaca Sara Funaro e il presidente Rocco Commisso è stato spiegato al club che con i gigliati che restano al Franchi, i tempi per ultimare le opere slitterebbero al 2029.
Ma come si potrebbe ridurli senza costringere la Fiorentina a lasciare il suo impianto? E soprattutto l’apertura da parte di Commisso a supportare finanziariamente i lavori potrebbe essere utile ad accelerare?
In questi mesi si sta realizzando il cosiddetto «corpo principale», ovvero tutte quelle opere interamente coperte dalle risorse disponibili e che consentirebbero di avere a disposizione un impianto funzionale, ma monco di tutte le strutture che completerebbero il progetto di Arup (copertura integrale, riprofilatura della Maratona, nuovi skybox, ristoranti ed aree lounge).
Dalla fine del campionato scorso, oltre al restauro e rinforzo strutturale delle parti originali, gli operai si stanno concentrando in curva Fiesole. Adesso, dopo le demolizioni, si sta lavorando alle fondazioni della nuova curva, ma — e questa è la prima novità — difficilmente la nuova Fiesole sarà utilizzabile dal prossimo campionato.
Rispetto alle previsioni infatti il ritardo sul primo lotto dei lavori (già interamente finanziato con soldi pubblici) è già di alcune settimane. Bisognerebbe quindi adoperarsi per terminare velocemente il «corpo principale» e passare finalmente al secondo lotto: è in questa fase che Commisso potrebbe entrare in campo con un supporto economico per accelerare la ristrutturazione definitiva e anticipare l’attuale data di fine 2029.
Un modo per raggiungere questo obiettivo potrebbe il project financing che potrebbe aggiudicarsi la Fiorentina. Il club, così, si occuperebbe di costruire parte delle opere al di fuori degli interventi già appaltati. Al Franchi potrebbero lavorare contemporaneamente due appaltatori, di cui uno diventerebbe la Fiorentina stessa. Inoltre si dovrebbe cercare di ridurre i giorni in cui gli operai non lavorano: il sabato, per esempio, si sono viste ben poche macchine in funzione, anche quando la domenica i viola erano impegnati in trasferta.
Difficile, invece, ipotizzare cantieri attivi nei giorni festivi o di notte, perché deve essere rispettata la quiete dei residenti e inoltre si andrebbe a far lievitare i costi della manodopera. Una «spinta» potrebbe essere tollerabile solo per poche settimane, magari a cavallo tra una stagione sportiva e l’altra, quando il club viola sarebbe disposto a lasciare il Franchi per qualche partita di inizio campionato.
Incontri, tavoli, tecnici al lavoro, i tempi per avere il nuovo Franchi restano ancora un’incognita. Con una certezza: arrivare al 2029 è uno scenario che tutti vogliono scongiurare.
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