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Imprese in sofferenza, perché l’Umbria è l’eccezione italiana #finsubito prestito immediato


Mentre il panorama nazionale registra un allarmante aumento delle imprese in difficoltà, con oltre 118 mila imprese classificate come insolventi, l’Umbria si distingue come un caso anomalo e virtuoso. I numeri raccontano di un’Italia che si muove in ordine sparso: da un lato, artigiani, commercianti e piccoli imprenditori vedono complicarsi l’accesso al credito a causa delle segnalazioni alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia; dall’altro, una regione che riesce a invertire la rotta.

Dopo anni di calo, il numero di imprese italiane a rischio usura torna a crescere, superando le 118 mila unità. In un solo anno, si sono aggiunte oltre 2.600 attività alla lista di quelle segnalate per insolvenza dagli intermediari finanziari alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia. Artigiani, commercianti e piccoli imprenditori rappresentano la maggioranza di queste realtà, escluse dall’accesso a nuovi finanziamenti a causa della “schedatura” che blocca ogni possibilità di credito.

Grandi città, grandi imprese in sofferenza

Un’azienda in sofferenza è un’impresa che si trova in una situazione economica critica, spesso legata a difficoltà nel ripagare i debiti contratti con banche o altri istituti di credito. Questa condizione viene segnalata formalmente alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia quando l’azienda risulta insolvente, ovvero non è in grado di rispettare le scadenze per il rimborso dei prestiti o degli interessi.

Quando la situazione diventa insostenibile, l’azienda viene segnalata alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia come insolvente. Questo comporta la perdita di accesso a nuovi finanziamenti, aggravando ulteriormente la crisi. Le difficoltà finanziarie possono spingere l’impresa verso il fallimento o, nei casi più drammatici, esporla al rischio di ricorrere a soluzioni poco trasparenti, come l’usura, per ottenere liquidità. Non si tratta di un semplice problema di cassa, ma di una condizione che evidenzia gravi squilibri economici e finanziari.

Le metropoli italiane concentrano la maggior parte delle aziende in crisi. Roma guida questa classifica poco invidiabile con oltre 10.800 segnalazioni, seguita da Milano (6.834), Napoli (6.003), Torino (4.605) e Firenze (2.433). Numeri che rappresentano solo la punta dell’iceberg di un problema economico diffuso. Non mancano sorprese: Benevento, con un +17,3%, registra l’incremento più marcato in termini percentuali, seguita da Chieti (+13,9%) e Savona (+12,4%).

La distribuzione geografica sottolinea la fragilità del Sud Italia, dove si concentra il 33,6% delle imprese in sofferenza, pari a 39.538 attività. Seguono il Nord-Ovest con il 25%, il Centro con il 24,7% e il Nord-Est con il 16,7%. Le difficoltà economiche, aggravate da pagamenti mancati e ritardi, spingono molti imprenditori del Mezzogiorno verso situazioni di vulnerabilità estrema.

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L’usura, che affonda le radici nel Sud, trova però sempre più spesso una via per reinvestire i proventi al Nord. Le indagini della Direzione Investigativa Antimafia evidenziano come il denaro contante proveniente da queste attività criminali venga utilizzato in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana per finanziare operazioni apparentemente legali, trasformando un problema locale in un fenomeno di portata nazionale.

Umbria: l’isola felice tra i dati negativi

A sorpresa, l’Umbria emerge come il territorio con la maggiore riduzione delle imprese in difficoltà. Al 30 giugno, le segnalazioni sono calate a 2.185, un taglio dell’8,7% rispetto ai dodici mesi precedenti. Questo dato colloca la regione come esempio di resilienza economica in un panorama nazionale sempre più complesso. A Perugia, le aziende in sofferenza sono passate da 1.672 a 1.593, segnando un calo del 4,7%. Ancora meglio va a Terni, dove le imprese insolventi si riducono da 720 a 592, con una contrazione netta.

Prevenire l’usura per arginare il declino

Dietro ai numeri c’è l’ombra dell’usura, un fenomeno che spesso si lega all’impossibilità di ottenere credito bancario. In Umbria, però, non manca chi combatte questa piaga: la Fondazione per la Prevenzione dell’Usura si pone come baluardo per aiutare le imprese in difficoltà. A livello nazionale, il fondo di prevenzione statale rappresenta un ulteriore strumento per sostenere chi rischia di essere travolto dal debito.



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