Monza e Brianza che sale sul podio della classifica della qualità della vita 2024 e Verona che passa dalla sedicesima alla settima piazza sono le novità più rilevanti relative alle prime dieci posizioni dell’inchiesta di ItaliaOggi-Ital Communications, in collaborazione con l’Università la Sapienza di Roma, che quest’anno vede al primo posto la città di Milano.
Una classifica senza enormi scossoni rispetto agli anni precedenti e che comunque ha visto una decina di città fare significativi progressi, mentre altrettante hanno subito una penosa retrocessione. Se volessimo prendere in esame solo le province che hanno guadagnato più di dieci posizioni potremmo elencare Ravenna, Trieste, Cremona, Gorizia, Ferrara, Pisa, Novara, Fermo, Pescara e Bari. In sostanza un asse ben consolidato che parte dal Nord-Est della Penisola e con le sole eccezioni di Pisa e Novara, scende lungo la dorsale adriatica fino a Bari.
Al contrario, se volessimo elencare le città che hanno perso almeno dieci posizioni rispetto al 2023 dovremmo citare Aosta, Siena, Mantova, Rimini, Belluno, Macerata, Pesaro-Urbino, Savona e Isernia. Un disegno che non definisce una chiara direttrice, ma sembra piuttosto rappresentare qualcosa di simile a una macchia di Leopardo. Piuttosto statiche quasi tutte le province del Mezzogiorno, sia nei confronti dei balzi verso l’alto che di quelli verso il basso. Al di là di questi movimenti la tendenza più importante rilevata dall’indagine di quest’anno è la conferma di qualcosa che si era già manifestato dopo la pandemia, cioè la progressione delle città metropolitane, soprattutto quelle del Centro-Nord, che evidentemente hanno saputo dimostrare una maggior resilienza rispetto ai centri di piccole dimensioni. Anche perché bisogna ricordare che il Pil è ormai prevalentemente prodotto dalla dimensione servizi delle grandi città. A consacrare questa tendenza c’è addirittura il primo posto del capoluogo meneghino, conquistato con un’ottima performance in otto dimensioni d’analisi su nove. La città si colloca nelle ultime posizioni, infatti, solo per quanto riguarda la sicurezza, un problema che affligge in realtà tutte le metropoli. In tutte le altre dimensioni è nelle posizioni di vertice. Anche, e questo ha stupito non poche persone, nella dimensione ambientale: ma qui bisogna tener presente che i risultati di questa dimensione d’analisi dipendono per il 75% dall’attività degli amministratori e solo per il 25% da dati oggettivi, come potrebbero essere quelli legati all’inquinamento.
Infine, uno degli elementi che ha spinto verso l’alto le città metropolitane del Centro-Nord è l’introduzione di una nuova dimensione d’analisi, con i dati sul turismo, assenti nelle precedenti edizioni, dati che le hanno favorite grazie ad un sistema che le ha rese attrattive, quindi in grado di attirare pubblici diversificati, durante tutto il corso dell’anno e non solo nella stagione estiva o in quella invernale.
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