Le pensioni in Italia stanno per affrontare nuovi possibili cambiamenti. Attualmente, l’età minima per accedere alla pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni, con almeno 20 anni di contributi versati, mentre per la pensione anticipata servono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Tuttavia, questi requisiti non sono immutabili.
L’aumento dell’aspettativa di vita della popolazione, rilevato dall’ISTAT, potrebbe portare a una revisione al rialzo già dal 2027. Questo potrebbe significare l’introduzione di nuovi scatti che prolungherebbero l’età pensionabile e il periodo contributivo necessario.
Per i lavoratori più giovani, queste prospettive rappresentano una sfida futura, rendendo essenziale pianificare al meglio il proprio percorso previdenziale e tenersi aggiornati sui cambiamenti normativi che potrebbero allontanare ulteriormente il traguardo della pensione.
Pensioni di vecchiaia e anticipate: l’impatto dell’aspettativa di vita
Le pensioni in Italia sono strettamente collegate alla stima dell’aspettativa di vita della popolazione. Questo meccanismo, introdotto dalla Legge Fornero, prevede adeguamenti biennali dei requisiti per andare in pensione in base ai dati ISTAT.
L’ultimo incremento risale al 2019, quando l’età per accedere alla pensione di vecchiaia è passata da 66 anni e 7 mesi a 67 anni, mentre i contributi necessari per la pensione anticipata sono stati fissati a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Durante la pandemia, il trend di aumento dell’aspettativa di vita si è temporaneamente arrestato, ma con il ritorno alla normalità, i dati statistici mostrano una nuova crescita, che potrebbe tradursi in ulteriori aumenti dei requisiti pensionistici nei prossimi anni.
Dal 2027 in avanti: cosa aspettarsi
Secondo le proiezioni attuali, i requisiti pensionistici rimarranno invariati fino al 2026. Dal 2027, però, è previsto un possibile scatto di 2 o 3 mesi sia per l’età della pensione di vecchiaia che per i contributi richiesti per la pensione anticipata.
Questo significherebbe:
- Pensione di vecchiaia: età minima di 67 anni e 2-3 mesi, con almeno 20 anni di contributi.
- Pensione anticipata: contributi richiesti di 43 anni e 1-2 mesi per gli uomini e 42 anni e 1-2 mesi per le donne.
Gli scatti continueranno ad essere determinati dall’evoluzione dell’aspettativa di vita e dai dati che verranno pubblicati dall’ISTAT.
Cosa cambia per i lavoratori
Gli scatti legati all’aspettativa di vita rappresentano una sfida per chi pianifica il proprio futuro pensionistico:
- Lavoratori con carriere discontinue: potrebbero trovare più difficile raggiungere i requisiti minimi contributivi.
- Lavoratori giovani: per le nuove generazioni, l’età della pensione potrebbe salire ancora di più rispetto ai 67 anni previsti oggi.
Gli adeguamenti, benché graduali, rischiano di rendere più complesso il raggiungimento del diritto alla pensione, soprattutto per chi non ha versamenti regolari o sufficienti durante la carriera lavorativa.
Come prepararsi ai possibili aumenti
La pianificazione previdenziale sarà fondamentale per evitare sorprese:
- Controllare regolarmente la propria posizione contributiva tramite il portale Inps.
- Valutare strumenti integrativi come i fondi pensione per compensare eventuali periodi di carenza contributiva.
- Mantenersi informati sui futuri a
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