Segnali di speranza quelli mandati dalla Dinamo Sassari sul campo della Virtus Bologna, con la squadra di coach Nenad Markovic che dopo la vittoria sofferta contro Pistoia, esce sconfitta a testa alta contro una delle migliori squadre della LBA. Messaggi importanti, come quelli in termini di atteggiamento e grinta, passando per alcune conferme in negativo arrivate sia alla voce concentrazione che al rendimento di alcuni singoli.
Segno più
Come vien fuori la Dinamo dopo la gara di Bologna? Fa ritorno in Sardegna una squadra che sul parquet delle V nere ha dato il massimo, si è impegnata dal primo secondo e ha fatto passare brutti quarti d’ora a una Virtus non nella sua serata migliore. Lo ha fatto trascinata dai punti e dalla lotta sotto canestro di un Halilovic finito sotto la lente d’ingrandimento dopo una prestazione opaca contro Pistoia, ma anche dal cuore Dinamo di capitan Bendzius. A prendersi la scena nella serata emiliana tra tutti è stato però Veronesi, partito in stagione dietro nelle gerarchie di quintetto di Markovic e che con il duro lavoro e umiltà si è conquistato la titolarità nello starting-five sassarese. L’ala piccola bresciana ha confermato il trend di crescita, tenendo viva la fiamma dei sassaresi nel terzo quarto prima del definitivo allungo dei padroni di casa. “Sarà un grande test per capire che crescita stiamo avendo su entrambi i lati del campo“, così il tecnico bosniaco ha definito la gara contro Bologna in occasione della conferenza stampa di presentazione del match. In effetti, in questo senso, i biancoblù hanno dato risposte che fanno ben sperare al proprio tecnico in soprattutto in termini di carattere. In particolare perché, a differenza di quanto visto contro Milano o contro Brescia, la Dinamo è stata capace di rimanere aggrappata alla gara nonostante i diversi tentativi di allungo da parte degli emiliani, mettendo in più occasioni la testa avanti durante il match.
Segno meno
Vero, di fronte al Banco c’era la corazzata Bologna. Vero anche che le gare da vincere per questa Dinamo non sono dovrebbero essere quelle contro corazzate come la Virtus. Ma è allo stesso tempo è vero che se in diversi aspetti la prestazione dei singoli è stata positiva ci sono state anche diverse situazioni da registrare e correggere, come le prestazioni di Renfro, Fobbs e Sokolowski. A partire dalla gestione dei falli, con il numero 35 americano a quota 4 dopo pochi minuti del terzo parziale e il polacco costretto ai box per quinto fallo alla metà dell’ultimo parziale. Da un lato l’aspetto disciplinare, dall’altro l’apporto in campo dato da Renfro e Fobbs, con i due americani autori di una prestazione fatta da diversi errori, scelte sbagliate e tanta confusione. Tutte situazioni che hanno costretto Markovic a limitare il loro utilizzo e fare affidamento su Tambone, Cappelletti e aumentando il minutaggio di Halilovic tra i lunghi (31 i minuti in campo del centro bosniaco), con i tre decisamente più impattanti e centrati rispetto a loro. Settimana di pausa per le nazionali (senza Bendzius e Sokolowski convocati con Lituania e Polonia per le qualificazioni agli Europei) che arriva nel momento migliore per la Dinamo che così avrà modo non solo di focalizzarsi sull’ambientamento tattico dei due americani, ma anche in termini di concentrazione durante l’arco dei 40 minuti, con diversi momenti di blackout che si sono ripetuti anche contro Bologna. Quello che rimane però all’indomani della sfida contro Bologna è che Sassari, dopo la gara contro Pistoia, ha fatto un altro passettino in avanti, ha messo un altro mattoncino nelle sue fondamenta che danno fiducia e speranza in vista del prosieguo della stagione.
Andrea Olmeo
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