I soldi concessi dall’Ars ad associazioni ed enti del mondo dello spettacolo legati a politici siciliani. C’è un’inchiesta della Corte dei Conti. Si parla di soldi “ad amici” di alcuni deputati regionali siciliani. Ed in particolare ad esponenti di Fratelli d’Italia, partito che in Sicilia controlla sostanzialmente le caselle più importanti della governance del turismo e della cultura. L’interessamento della Corte dei conti trae origine da alcune segnalazioni sull’assegnazione di contributi. Una vicenda che ha portato alla lite tra Ismaele la Vardera e Carlo Auteri, con alcuni contributi che sarebbero finiti nei conti di associazioni vicine a quest’ultimo
Su questo tema, intervistato da TP24, Pompeo Benincasa – fondatore e direttore di Catania Jazz e profondo conoscitore del panorama culturale siciliano – ha condiviso un’analisi critica e dettagliata, evidenziando problemi strutturali e mancanze nel sistema politico e istituzionale.
“Non è una novità, ma mai si era toccato un livello così basso”
Benincasa ha sottolineato che situazioni di favoritismo nell’assegnazione dei fondi non sono una novità in Sicilia. “Questo tipo di operazioni ci sono sempre state – ha dichiarato – ma non si era mai arrivati a un livello così basso della politica siciliana”. A suo dire, la discrezionalità con cui vengono distribuiti fondi di valore ingente rappresenta un problema sistemico, che trova radici nella mancanza di trasparenza e meritocrazia. “Questi fondi sono spesso cinque volte superiori rispetto a quelli regolati da leggi per il teatro, la musica e la danza, ma vengono assegnati direttamente, senza criteri chiari”.
Benincasa ha evidenziato come un documento firmato da 105 associazioni culturali siciliane, che denunciava il meccanismo di assegnazione, sia stato ampiamente ignorato dalle istituzioni e dalla stampa. “Quel documento, che conteneva informazioni precise e dettagliate, non è stato ripreso da nessun giornale siciliano. Solo dopo che è stato sollevato un caso da ‘Piazza Pulita’ è emerso qualche trafiletto”.
Il ruolo di Fratelli d’Italia e la caduta delle istituzioni
Secondo Benincasa, il problema coinvolge direttamente l’attuale governance del turismo e della cultura in Sicilia, fortemente influenzata da Fratelli d’Italia. “Questa vicenda mostra una caduta verticale del decoro istituzionale. Il deputato Carlo Auteri, protagonista delle accuse, ha affermato che queste pratiche sono la normalità. Ma questa non è politica: è clientelismo puro”.+.
Benincasa non risparmia critiche nemmeno all’opposizione politica regionale. “La verità è che non c’è stata un’opposizione efficace, né sulla vicenda dei fondi né su altri scandali recenti, come quello legato al Festival di Cannes. È un fallimento della politica, che costringe cittadini e operatori culturali a rivolgersi alla magistratura per denunciare situazioni inaccettabili”.
Il rammarico per la mancanza di trasparenza
“Quando si arriva a coinvolgere la magistratura significa che la politica ha fallito”, ha dichiarato Benincasa con amarezza. Ha ricordato episodi simili legati alla gestione del Teatro Antico di Taormina, dove lui stesso ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica. “Scoprimmo che quel teatro non era stato pagato per anni e che veniva chiuso a tutti tranne che a un ristretto gruppo di persone. Anche allora, solo l’intervento della magistratura portò alla luce il problema”.
“Non possiamo continuare a vivere in un sistema dove non è il merito a essere premiato, ma la vicinanza ai politici. È necessario riprendere un percorso di trasparenza e decoro istituzionale. La cultura è un bene di tutti, non di pochi”.
Benincasa auspica che l’inchiesta della Corte dei Conti e il lavoro della magistratura possano portare a una riforma del sistema, restituendo dignità a un settore fondamentale per l’identità siciliana. Ecco l’intervista integrale.
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