Il dibattito in Consiglio comunale
Durante l’assise del parlamentino cittadino di dieci giorni or sono, Insieme per Magnago e Bienate ha risposto facendo, passo dopo passo, la cronistoria di quanto accaduto, a partire dal secondo semestre di quest’anno:
“L’1 luglio scorso, all’Amministrazione comunale è giunta comunicazione da parte della proprietaria del chiosco-edicola di piazza d’Armi di cessazione dell’attività entro la fine dell’anno 2024 e contestuale proposta di cessione gratuita del manufatto al Comune – ha spiegato l’assessore al Commercio Franco Piantanida – Nel contratto di concessione in uso del suolo patrimoniale sottoscritto tra il nostro Ente e l’edicola, con scadenza febbraio 2026, si stabilisce che in caso di risoluzione del contratto, il concessionario dovrà lasciare l’area libera e sgombra da persone, cose, manufatti e rifiuti, provvedendo alla riparazione di eventuali ammaloramenti della pavimentazione. Il 25 luglio si è tenuto un incontro informale con la proprietaria, al fine di poter valutare eventuali azioni da intraprendere, nel rispetto delle norme amministrative cui sono soggetti gli enti pubblici. Abbiamo informato che non eravamo interessati all’acquisizione del manufatto, rinviando la possibilità della pubblicazione di un’eventuale manifestazione di interesse nei mesi di settembre/ottobre, previa verifica della fattibilità dell’atto in conformità alle norme”.
Il “no” all’acquisto del chiosco
Dopo la pausa agostana, da piazza Italia hanno scelto di non acquisire il chiosco per non incorrere in eventuali costi accessori, come quelli di demolizione o di spostamento in altra location.
“A seguito successive analisi, l’Amministrazione ha ritenuto di non poter acquisire al patrimonio comunale la proprietà del chiosco da adibire ad altri servizi, anche con diversa collocazione sul territorio comunale, in quanto, nonostante la proposta di cessione gratuita del fabbricato, per renderlo operativo, sarebbero state necessarie ulteriori spese a carico del bilancio comunale” ha spiegato Piantanida.
I tentativi dell’Amministrazione di rilanciare la struttura
Il vicesindaco ha poi però affermato che, dopo una valutazione degli uffici tecnici, si è optato per una soluzione che fosse «win-win»: acquisizione dell’immobile a titolo gratuito ma dopo aver trovato un soggetto privato interessato a rilevare l’attività di Miriam e Claudio:
“Lo scorso 22 ottobre, l’Amministrazione, tenuto conto che si tratta di un’occupazione di suolo pubblico in una posizione strategica, ha espresso la volontà di acquisire al patrimonio comunale il chiosco “qualora” vi sia interesse da parte di soggetti privati, enti o associazioni di proseguire con l’attività di vendita giornali e/o di altra azione di pubblica utilità – prosegue Piantanida – Contestualmente abbiamo approvato la pubblicazione di un avviso esplorativo al fine di raccogliere eventuali manifestazioni di interesse nel giro di un mese e comunque prima della data presunta di cessazione dell’attività, ovvero il 31 dicembre 2024, indicata nella comunicazione inviata dai proprietari dell’esercizio commerciale”.
“Tempi stretti per completare l’operazione entro fine anno”
Ma i tempi sono probabilmente troppo stretti per riuscire a completare l’operazione entro la fine dell’anno:
“Nell’incontro che si è tenuto il 24 ottobre, è stato spiegato alla proprietaria il percorso intrapreso dall’Amministrazione Comunale, concluso con l’approvazione della bozza di avviso pubblico. In tale sede, la proprietaria ha comunicato verbalmente la decisione di cessare definitivamente la propria attività alla fine del mese di ottobre e ha dichiarato che avrebbe valutato l’opportunità di confermare o meno la pubblicazione del citato avviso. Una settimana dopo siamo stati informati che i proprietari avevano scelto di demolire il chiosco e di ripristinare il suolo, condizioni effettivamente previste nel contratto di concessione in essere”.
L’assessore Piantanida ha respinto le accuse di immobilismo
L’assessore Piantanida respinge quindi le accuse di immobilismo arrivate da Progetto Cambiare:
“L’Amministrazione comunale ha cercato di trovare soluzioni idonee affinché potesse essere garantito questo servizio a favore della collettività, ma non è legittimata a intraprendere azioni in sostituzione del privato commerciante nella vendita o cessione della propria attività e, nello stesso tempo, caricare sul bilancio eventuali ulteriori costi senza la certezza della necessaria copertura della spesa, ma soprattutto senza la garanzia dell’effettivo interesse da parte di privati all’avvio di una attività commerciale”.
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