Un tentativo di rapina finito male ha messo in evidenza l’ingegnosità e la determinazione di una banda di rapinatori provenienti dalla provincia di Crotone, ma anche l’efficacia dell’intervento dei Carabinieri, che in tempi brevi sono riusciti a smantellare l’intero gruppo criminoso.
Rapina fallita
L’assalto, avvenuto il 29 agosto 2024, ha visto il tentativo di svaligiare un laboratorio orafo a Valenza (AL), dove i rapinatori, travisati e armati di pistola, non hanno fatto i conti con l’immediata reazione dell’impiegata e l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine.
Nonostante il fallimento del colpo e l’arresto di due dei rapinatori sul posto, gli altri due complici sono riusciti a fuggire, dando il via a una lunga e complessa indagine da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Alessandria e della Stazione di Valenza.
Complici identificati
Le indagini, condotte attraverso l’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza, delle banche dati, e delle intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno portato a un risultato decisivo: l’identificazione dei fuggitivi e del basista locale, un 24enne di Valenza.
Auto nascosta nel Pavese
La banda, che aveva studiato minuziosamente l’azione criminale, aveva rubato un’auto ad Alessandria due mesi prima, nascondendola in un capannone nel Pavese e sostituendo la targa con una spagnola. Un piano dettagliato, che tuttavia non ha avuto successo grazie alla prontezza della vittima e al tempestivo intervento delle forze dell’ordine.
Arrestati
Il 13 novembre scorso, le indagini hanno raggiunto il loro esito finale con l’esecuzione delle misure cautelari in carcere nei confronti dei due rapinatori ancora ricercati, un 34enne e un 23enne di Crotone, arrestati all’alba a Strongoli, nel crotonese. Contemporaneamente, a Valenza, il basista è stato posto agli arresti domiciliari, mentre i due complici arrestati in flagranza di reato lo scorso 29 agosto continuano a essere sottoposti a misure cautelari.
Con questa operazione, i Carabinieri hanno definitivamente smantellato la banda, composta da cinque persone, tutte originarie della Calabria, e hanno dimostrato l’efficacia del lavoro investigativo sul territorio, prevenendo un altro potenziale furto in uno dei centri orafo più importanti d’Italia.
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