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Zes del Sud: ok all’emendamento che include Frosinone, Latina e Rieti. Ora voto in Parlamento #finsubito prestito immediato


Ha superato il vaglio di ammissibilità alla Legge di Bilancio, l’emendamento che restituisce alle province di Frosinone, Latina e Rieti la parità di trattamento agevolativo rispetto al resto del Mezzogiorno d’Italia. La commissione Bilancio della Camera ha, infatti, dato il via libera alla modifica che include nella Zes unica del Sud Italia le tre province laziali per le quali il presidente della Regione, Francesco Rocca, aveva sin dalla fine dello sorso anno chiesto almeno la previsione di misure similari a quelle previste dalla zona economica speciale per evitare un ulteriore “dissanguamento produttivo” delle tre province, a seguito della concorrenza diretta da parte delle aree agevolate. Adesso toccherà aspettare il voto del Parlamento; intanto di certo l’emendamento presentato dall’onorevole Nicola Ottaviani, insieme ai colleghi, Miele, Barbotti, Cattoi e Frassini, restituisce nuove prospettive ai territori direttamente interessati. Il testo della norma è il seguente: “6-bis. Le disposizioni di cui al presente articolo trovano applicazione anche per le province di Frosinone, Latina e Rieti, in quanto aree già ammesse agli interventi agevolati dalla Cassa del Mezzogiorno, di cui alla legge n. 646/1990 ed oggi rientranti nelle cosiddette «zone c non predefinite», come individuate dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 approvata con decisione della Commissione europea C(2021) 8655 final del 2 dicembre 2021 e integrata dalla decisione C (2022) 1545 final del 18 marzo 2022”.

“Province comprese dal 1950 nel perimetro economico del Mezzogiorno”

È interessante leggere il testo integrale della relazione accompagnatoria: “Le Province di Frosinone, Latina e Rieti, fin dall’istituzione degli interventi agevolati dalla Cassa del Mezzogiorno, con legge n. 646 del 1950, sono state sempre comprese, senza soluzione di continuità, all’interno di un perimetro sociale ed economico omogeneo, tale da integrare gli estremi geo-politici del Sud Italia, tanto da beneficiare di una considerevole percentuale delle risorse complessivamente erogate dal predetto Ente pubblico. Inoltre, la presenza delle portualità di Gaeta e Formia, con la possibilità dell’incremento di ulteriori infrastrutture marittime, denota, in uno con gli indici di disagio economico e sociale dell’intera area interessata al presente provvedimento, la presenza di tutte le condizioni e requisiti previsti dall’attuale normativa, italiana e comunitaria, per l’istituzione ed il mantenimento delle Zone Economiche Speciali. Ancora oggi, tali aree rientrano nelle cosiddette “zone C non predefinite” come individuate dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027, approvata con decisione della Commissione Europea C(2021) 8655 final del 2.12.2021 ed integrata dalla decisione C(2022) 1545 final del 18.3.2022. Invero, tale “Carta”, riconoscendo la sussistenza di altre aree svantaggiate, indica i Comuni all’interno dei quali possono essere concessi alle imprese agevolazioni e contributi per investimenti produttivi in misura superiore a quella ordinaria; trattasi di aiuti a finalità regionale destinati allo sviluppo ed alla coesione territoriale e che mirano a recuperare il ritardo e a ridurre la disparità in termini di benessere economico, reddito e disoccupazione delle Regioni Europee meno favorite”.

Il basso Lazio rischiava l’accerchiamento da parte dell’area agevolata

“Del resto – prosegue la relazione all’emendamento leghista -, la previsione di una ZES unica per il Mezzogiorno – la cui estensione finisce per “circondare” completamente le province del Basso Lazio, estendendosi alle Regioni di Campania, Molise e Abruzzo, unitamente alla previsione, in molteplici disposizioni normative, di stanziamenti aggiuntivi di carattere pubblico, a favore dell’Area Metropolitana romana, quali quelli per il Giubileo 2025, al netto dell’alto indice reddituale per la popolazione ivi ricompresa, derivante dalla importante presenza del pubblico impiego relativo a Ministeri, Regione, Comune di Roma ed Area Metropolitana, con relative aziende pubbliche ovvero di pubblico interesse –  rischia di generare effettive e concrete diseconomie, connesse da una parte al venir meno, nei territori interessati dal presente provvedimento, di sostegni pubblici all’economia locale, e dall’altra parte alla possibilità di alimentare assai probabili fenomeni di delocalizzazione imprenditoriale, dalle aree oggi di fatto escluse, verso quelle inserite nella ZES unica per il Mezzogiorno, contigue e distanti brevi tratti territoriali, in ragione della vasta gamma di incentivi alle imprese previsti, appunto, dalla ZES unica del Mezzogiorno”.  

Da mesi il presidente della Regione Rocca cercava di correre ai ripari

La mossa di Ottaviani supera anche la recente proposta della Cisl Lazio di istituire una Zes speciale per la nostra regione. Il presidente Francesco Rocca aveva lavorato senza successo, lo scorso anno, affinché Latina, Frosinone e Rieti rientrassero nel decreto legge 124/2023 poi convertito in legge 162/2023 sulla Zes unica del Sud. Subito dopo aveva iniziato a ragionare sulla fattibilità dell’adozione di misure in qualche modo similari che riducessero il gap agevolativo che arrivava direttamente dalle confinanti Abruzzo, Molise e Campania. A metà dello scorso ottobre poi ha presentato la proposta di istituzione della Zona Logistica Semplificata (ZLS) nel Lazio, contenuta in una delibera di Giunta con la quale si approva il “Piano di Sviluppo Strategico – aggiornamento 2024”. Ma, certo, la Zona Economica Speciale avrebbe avuto un impatto diverso. Per questo dal palco Cisl aveva specificato: “Sulla Zes serve un lavoro di squadra. Se la riportiamo in Parlamento in questo momento senza lavorare sugli indicatori troveremo un muro da parte dell’Europa. Serve un commissario che possa lavorare su questi indicatori e far riaprire la Zes. Non manca la volontà politica bipartisan, ma bisogna modificare prima le regole europee”. Se ora il Parlamento approverà l’emendamento leghista il quadro d’insieme cambierà e Frosinone tornerà quella che era, un’area agevolata come il resto del Sud, facendo ricordare i tempi della Casmez. La legge di bilancio 2025 prevede anche per il nuovo anno un credito di imposta in favore degli investimenti effettuati nella ZES a pratire dal primo gennaio al 15 novembre del 2025. In pratica – se tutto andrà per il verso giusto – da capodanno in poi anche per Frosinone, Latina e Rieti l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno potrà beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle iniziative di sviluppo d’impresa. Non resta che incrociare le dita.



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