Carichi di lavoro eccessivi, stipendi troppo bassi, difficoltà nella conciliazione con la vita familiare, rischio depressione e mancata pianificazione dello smaltimento delle ferie arretrate. Sono solo alcuni dei motivi che spingono infermieri, medici e altri professionisti della salute a lasciare le strutture lecchesi, quando non addirittura la stessa professione. In un anno, denuncia la Rsu, si sarebbero registrate 227 dimissioni tra infermieri, medici e altri operatori.
Personale non medico di Asst lecco vanta 48mila giorni di ferie arretrate
Il personale resta sottodimensionato e chi è in forza è in affanno. Lo dimostra la difficoltà di fruire delle ferie e delle ore accumulate come riposi. E lo dimostra il fatto che dall’Asst Lecco continuano ad andare via tanti lavoratori
. Così la segretaria della Cgil Funzione Pubblica, Teresa Elmo, intervenendo sulla questione occupazionale e sulle criticità ad essa legate che interessano l’azienda sanitaria lecchese dove, accanto allo sciopero generale nazionale della Sanità in programma il prossimo 29 novembre, è stato proclamato lo stato di agitazione.
Sebbene l’azienda non abbia sinora fornito alle organizzazioni sindacali stime ufficiali sul fenomeno, il sindacato denuncia una grande fuga di personale.
Risulta infatti che lo scorso anno, a fronte di 300 assunzioni, nelle strutture lecchesi si sono dimessi ben 227 dipendenti, tra medici, infermieri ed operatori sociosanitari. I sindacati ritengono che la situazione sia particolarmente grave, considerando che, come riportano fonti qualificate, sarebbero almeno quattro i dipendenti che ogni settimana presentano le dimissioni.
Le ragioni principali sono i carichi di lavoro, gli stipendi bassi, la difficoltà di conciliare il lavoro con la vita familiare – spiega la sindacalista -. C’è altresì la difficoltà di conciliare lo scarso valore economico del proprio stipendio con il costo della vita sul territorio, soprattutto sul fronte delle politiche abitative
, sottolinea.
Fare la scelta che va nella direzione dell’abbandono della professione sanitaria non è così raro. Molti cambiano proprio professione
, continua segnalando che è in corso anche uno stravaso di personale dal pubblico al privato, dove viene data la possibilità di lavorare di giorno, o dal lunedì al venerdì, e di avere liberi sabato e domenica. Se scelgo questa possibilità , ci guadagno in salute e anche nel tempo che dedico alla famiglia
.
Il sindacato esprime altresì preoccupazione per il fatto che le nuove assunzioni, varate dall’azienda nel rispetto del Piano, sarebbero comunque troppo poche, appena sufficienti a coprire le continue cessazioni.
Nel 2024 sono stati assunti soltanto 73 dipendenti in più, di cui 26 dirigenti medici. In tutto il resto dell’ospedale sono stati assunti pertanto solo 47 unità in più di diversi profili, tra infermieri, ostetriche, tecnici e assistenti sociali. Sebbene da gennaio 2023 a gennaio 2024 siano stati assunti 74 infermieri ed altri 84 si siano aggiunti ad ottobre 2024, la carenza del personale infermieristico resta comunque evidente.
C’è tutta una serie di mancate risposte da parte dell’azienda, che è diventata inaccettabile perché la situazione è talmente compromessa ed il clima è talmente tirato, che basta davvero poco per far scattare le persone
, avverte Elmo descrivendo l’ambiente lavorativo le cui difficoltà d’organico non solo stanno continuando a spingere il personale a fuggire ma lo stanno mettendo seriamente a rischio di esaurimento fisico e psicologico.
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